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Veglie e preghiere a Hiroshima per le vittime della bomba atomica di 69 anni fa

Veglie e preghiere a Hiroshima per le vittime della bomba atomica di 69 anni fa

Esteri - di Redazione - 5 Agosto 2014 alle 15:03

Come ogni anno anche in questo agosto 2014 sono cominciate a Hiroshima le preghiere e le veglie per le vittime del primo bombardamento atomico, avvenuto 69 anni fa, il 6 agosto del 1945.  Monaci buddisti si sono raccolti in preghiera nel Peace Memorial Park di Hiroshima, sorto attorno all’Atomic Bomb Dome, unico edificio scampato alla distruzione e dichiarato bene monumentale protetto dall’Unesco. 

Proprio qualche giorno fa si è spento a 93 anni l’ultimo superstite dell’equipaggio dell’Enola Gay, Theodore Van Kirk, conosciuto anche come “l’Olandese”. Arruolatosi nell’aviazione statunitense nel 1941, l’ Olandese – così veniva chiamato Van Kirk – non divenne mai pilota, ma navigatore di volo talmente abile da essere scelto per quella che gli venne presentata come “una missione top-secret”. Assoldato dal collega ed amico colonnello Paul Tibbett – che divenne il capo team del fatidico bombardiere B-29 – dopo mesi di duro addestramento Van Kirk guidò con le sue carte di volo l’Enola Gay, in sole sei ore e mezza, dall’isola di Titian nelle Marianne sino ai cieli sopra Hiroshima. Era il 6 Agosto 1945: alle 8.15 del mattino ‘Little Boy’ – questo il nome in codice dell’ordigno – la prima bomba nucleare, fu lanciata sulla città giapponese. Uccise più di 240.000 persone e gettò il pianeta nell’era atomica. “L’aereo subì due enormi sobbalzi, fu avvolto da flash di luce fortissimi – ha raccontato in varie interviste l’Olandese – io guardai giù, la città sembrava bollire nelle fiamme, ed il mio primo pensiero fu: ‘La Guerra è finita. Bene’. E provai sollievo”. Van Kirk non parlò della sua esperienza per molti anni. Ma nel 2005, in occasione del sessantesimo anniversario di Hiroshima, disse ai media americani: “Nessuno di noi dell’equipaggio soffrì alcun effetto fisico dalle radiazioni. Non solo: nessuno di noi ha avuto problemi psicologici o si è ritirato in un monastero”. Per nulla pentito, dunque, fu insignito di medaglie per la sua devastante missione.

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5 Agosto 2014 alle 15:03