Ucraina, Kiev spinge i filorussi a lasciare il Paese e batte cassa per la ricostruzione

20 Ago 2014 15:54 - di Redazione

Si sta chiarendo il puzzle ucraino, ma non per tutti: mentre alcune nazioni europee addirittura valutano se rifornire il governo di Kiev con armi e soldi, nel sud del Paese si continua a orire e a fuggire. La popolazione filorussa è alla fame,ma l’Occidente impedisce al convoglio di aiuti umanitari mandato da Mosca di entrare nel Paese per alleviare le sofferenze della popolazione, il tutto in chiave politica anti-russa, così come voluto dagli Stati Uniti. Nelle ultime ore, nei combattimenti tra esercito ucraino e insorti filorussi nella regione ucraina orientale di Donetsk, assediata dalle forze di Kiev, sono stati uccisi 34 civili e altri 29 sono stati feriti. Lo dicono le autorità locali ribelli: dall’inizio del conflitto nella regione si contano 951 morti e 1748 feriti. La città di Ilovaisk, 40 chilometri a est di Donetsk, sarebbe sotto il controllo delle forze ucraine, in particolare dei battaglioni di volontari Donbass e Shakhtarsk. Lo riferisce la Guardia Nazionale ucraina, aggiungendo che i ribelli continuano a contrattaccare usando blindati e artiglieria. Nell’operazione sono morti 9 soldati ucraini, ha annunciato il consigliere del Ministro dell’Interno Anton Geraschenko sulla sua pagina facebook. Ilovaisk è un nodo ferroviario strategico sulla strada verso la Russia. Ed ecco come il puzzle sta prendendo forma: i filorussi incalzati dalle truppe di Kiev fuggiranno in Russia, e la “nuova” Uraina è pronta a battere cassa dall’Occidente. Italia compresa, che la ha così fermamente aiutata e sostenuta. La ricostruzione post-bellica nell’Ucraina sud-orientale costerà miliardi di dollari, ha detto infatti il premier ucraino Arseni Iatseniuk aprendo una seduta del Consiglio dei ministri a Kiev. Il capo del governo ucraino ha inoltre accusato i separatisti, «il cui fuoco è regolato dalla Russia, di attaccare le infrastrutture più importanti come miniere, stazioni elettriche, ferrovie, ponti». Pertanto, il governo ucraino ha chiesto al Fondo monetario internazionale di unire la terza e la quarta tranche di un prestito da 17 miliardi di dollari concesso a fine aprile in modo da poter incassare 2,2 miliardi di dollari entro fine anno. Lo ha detto il ministro delle Finanze ucraino, Oleksandr Shlapak. Nel frattempo la commissione Ue sta valutando, su richiesta della Polonia, nemica giurata di Mosca da sempre, un possibile ricorso al Wto contro l’embargo imposto da Mosca ai prodotti agroalimentari europei in risposta alle sanzioni occidentali antirusse. «Stiamo lavorando a risposte potenziali», ha detto un portavoce dopo che il ministro dell’agricoltura polacco Marek Sawicki ha incontrato il commissario al commercio Karel De Gucht. «Stiamo guardando a ciò che è possibile fare e non fare in base alle regole del Wto, prenderemo una decisione nelle settimane a venire», ha concluso. Come aveva detto Putin,le sanzioni corrono in due direzioni, non in una sola, danneggiano tutti…

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