Sudafrica, da “love-story” finita male a “spy-story”: nei guai il “mastino” del fisco

12 Ago 2014 17:34 - di Redazione

Questa volta galeotto non è stato un libro, ma i “segretissimi” dossier sulla potente lobby del tabacco rivelati dal capo dei “mastini” del fisco sudafricano alla sua compagna che, a relazione finita, ha pensato di vendicarsi del suo ex accusandolo di rivelazione di atti riservati. In questo modo, una storia che poteva benissimo restare privata, è diventata una mina vagante che sta minando la credibilità del servizio ispettivo del Fisco sudafricano, fino a ieri lodatissimo per efficienza e competenza. I protagonisti di questa storia – spruzzata anche di elementi che avrebbero fatto la felicità di John Le Carrè o John Grisham – sono Belinda Walter, avvocatessa con studio a Pretoria, e Johann van Loggenberg, capo delle investigazioni dell’amministrazione fiscale sud-africana. Una storia d’amore nata nell’ottobre dello scorso anno e che van Loggenberg ha chiuso in maggio, quando ha scoperto che la sua fidanzata rappresentava, da avvocato, alcune delle potenti compagnie del tabacco, peraltro sotto inchiesta per contrabbando. Accusa che, se confermata dai giudici, potrebbe comportare multe milionarie. Belinda Walter non ha preso bene l’essere stata messa alla porta e ha fatto subito partire nei confronti di van Loggenberg, accuse pesantissime, come quella di averle confidato il contenuto delle inchieste che conduceva. Una vera e propria bomba, subito ripresa dai media sudafricani che hanno cominciato a lavorarci sopra per capire se tutto può essere ricondotto all’esacerbarsi delle pene d’amore o se dietro ci sia dell’altro. La prima ipotesi che viene fatta è che Belinda Walter sia stata “ingaggiata” proprio per fare cadere van Loggenberg, definito un mastino delle indagini e al di sopra di ogni sospetto. Un’altra idea che sta prendendo corpo, sostenuta in particolare dal settimanale City press, è che Belinda Walter faccia parte di una struttura ultrasegreta dello Stato incaricata di stanare chi, funzionario pubblico, tradisce il suo giuramento di onestà e rettitudine. Insomma, l’avvocatessa sarebbe stata un’esca per far cadere van Loggenberg, prima nell’amore e quindi nella delazione. In sostanza, un’operazione orchestrata per verificare l’inattaccabilità di un funzionario sino a ieri stimatissimo, anche se alla guida di una unità chiacchierata per alcuni dei suoi componenti, sospettati d’essere in busta paga dei produttori di tabacco. La storia è destinata a durare. A farsi largo è una diversa chiave di lettura: che possa cioè trattarsi di una sofisticata operazione di “intossicazione” mirata a colpire non tanto il Fisco sudafricano, quanto la Polizia, che negli ultimi mesi ha messo a segno molti colpi contro il contrabbando di tabacco.

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