Ora si tratta sulla legge elettorale. E Renzi non vuole fare concessioni ai “piccoli” partiti

1 Ago 2014 13:42 - di Redazione

Matteo Renzi non ha esaurito la pazienza, come ha detto ieri alla direzione del Pd. Anzi sta già tessendo altre tele mentre in Senato Pietro Grasso diventa il nemico numero uno delle opposizioni. E la tela che si va tessendo per essere squadernata come traguardo raggiunto è quella della legge elettorale. Qui Renzi ha interesse a rinsaldare con Berlusconi il patto del Nazareno e allo stesso tempo e tenere a freno la minoranza dei democratici (i bersaniani hanno un “debole” per le preferenze). Con quelli di Sel ha invece chiuso in modo plateale (almeno per ora) raccogliendo applausi dai suoi. Ora la nuova missione è quella di modificare l’Italicum. E in che modo? Tre i punti principali. Il primo riguarda l’apertura sulle preferenze che sostituirebbero le liste bloccate. Gli altri due sono sono: la soglia che fa scattare il premio di maggioranza innalzata dal 37,5 al 40% e la soglia di sbarramento al 5% per entrare in Parlamento sia per i singoli che per i partiti coalizzati.

E Forza Italia che ne pensa? Berlusconi si è concentrato proprio sulla legge elettorale e allo scopo di trovare un punto d’incontro su modifiche concordate è in programma un nuovo colloquio tra il Cavaliere e il premier la prossima settimana. Le preferenze com’è noto non lo convincono pienamente ma è pronto a discuterne. Ma tra gli azzurri non tutti sono d’accordo. I dissidenti, contrari alla riforma del Senato, si sono riuniti ieri (con loro anche Fitto) e hanno fatto sapere che restano sulle loro posizioni.

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