Immigrazione, a volte (anzi spesso) tornano. Fermato uno scafista già arrestato solo un anno fa…

23 Ago 2014 16:18 - di

Non si fa in tempo a scarcerarli che già ritornano più organizzati che mai a scaricare sulle coste italiane il loro carico di immigrati.  Sono stati 544 gli scafisti arrestati dal primo maggio 2013. Ma non demordono perché il cliché utilizzato è ormai ampiamente collaudato: è redditizio e funziona alla perfezione. Abbandonano ai limiti delle acque territoriali le imbarcazioni fatiscenti piene di clandestini con la certezza che le navi italiane interverranno sempre per salvare i clandestini.  A volte riescono a farla franca e a scappare, altre volte vengono arrestati. Ma il gioco vale la candela perché appena liberi riprendono indisturbati la loro attività. Come dimostra l’ultimo caso avvenuto a Ragusa. La squadra mobile ha fermato i tre presunti scafisti dello sbarco di venerdì a Pozzallo (Ragusa) quando a bordo di due motovedette sono approdati duecento siriani. Gli accertamenti condotti dalla polizia Scientifica sull’identità dei tre ha permesso di stabilire che uno di loro era stato già stato  in Italia cinque volte, sbarcando a Lampedusa, e nel 2013 era stato arrestato per lo stesso reato a Portopalo di Capo Passero (Siracusa).  I tre fermati sono gli egiziani Yousef Mohamed Ibrahim, 32 anni; Tarak Honeim, 28 anni e Mohani Hanim, 24 anni. Sono accusati di aver procurato l’ingresso in Italia di 197 migranti sbarcati a Pozzallo, molti dei quali minori e anche neonati. Anche a Torre Salsa a Siculiana, nell’agrigentino, sono stati fermati due tunisini, presunti scafisti di uno sbarco di una ventina di immigrati. I due sono stati fermati dai carabinieri e dalla guardia costiera mentre su una imbarcazione di circa dieci metri avevano preso il largo. Interrogati, hanno messo i carabinieri in condizione di rintracciare una ventina dei migranti appena arrivati che si trovavano ancora sull’arenile. Ma già sono previsti altri sbarchi. A Porto Empedocle, arriveranno 470 immigrati: sono stati intercettati nel Canale di Sicilia dai pattugliatori Cp905 e Cp403 della Guardia costiera.

 

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