Il match tra Usa e Argentina finisce all’Aja: Buenos Aires chiama ma Washington finge di non sentire

19 Ago 2014 18:05 - di Redazione

Nuovo round del match economico-giudiziario tra Argentina e Stati Uniti: la prima ha denunciato il secondo davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, in merito alla disputa che ha avuto il suo clou lo scorso 30 luglio, quando la battaglia sul debito ha provocato un nuovo default del paese sudamericano, il secondo in 13 anni, l’ottavo in assoluto. L’assioma di base rivendicato da Buenos Aires parte dalla convinzione che un tribunale americano abbia violato la sovranità della nazione sudamericana. Una teoria ribadita anche oggi, quando il ministro degli Esteri argentino, Hector Timerman, ha rimarcato come Washington non abbia ancora risposto alla denuncia presentata presso la Corte Internazionale di Giustizia (Cij) dell’Aia riguardo a quelle che ha definito le «decisioni illegali del suo potere giudiziario» nel processo con gli hedge fund per i bond non ristrutturati.

Le rivendicazioni argentine fanno riferimento alle decisioni del giudice Thomas Griesa di New York relativamente alla sentenza – confermata in appello e dalla Corte Suprema – per la quale Buenos Aires è chiamata a pagare circa 1,6 miliardi di dollari ai fondi che non hanno accettato gli swap, con forte sconto, del 2005 e 2010.

Sul caso, peraltro, oggi sempre Timerman ha sottolineato che si tratta di «una denuncia contro gli Usa nel quadro di una controversia fra Stati, e non di un’azione contro i “fondi avvoltoio” o di un ricorso contro una decisione della giustizia americana», giacché la questione sollevata riguarda il pagamento ai detentori di bond che sì hanno accettato il concambio, bloccato dallo stesso Griesa.

Pochi giorni dopo la registrazione della denuncia, funzionari americani hanno indicato alla stampa che Washington non accetta la giurisdizione della Cij per il caso dei “tango bond” –necessaria perché vada avanti il procedimento giudiziario – e invita l’Argentina a riprendere il dialogo con gli “hedge fund”, così come ordinato dal giudice Griesa. Ko tecnico o vittoria ai punti? Il match è ancora tutto da giocare.

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