Sulla guerra a Gaza s’incrina a sinistra il mito di Saviano. I 99 Posse lo punzecchiano: perché non ti schieri?
Si incrina a sinistra il mito di Roberto Saviano o meglio si dimensiona sulla lunghezza d’onda che più gli è confacente, quella del mainstream addomesticato. C’è una guerra a Gaza, che non risparmia donne e bambini. Com’è noto la sinistra radicale da decenni innalza la bandiera palestinese e sono assai attivi nel denunciare il massacro di Gaza quelli dei 99 Posse – gruppo cult dei centri sociali napoletani – che sulla loro pagina Facebook invitano allo stop-bombing e, appunto, attaccano Saviano, a loro avviso colpevole di non essersi schierato con la parte che per loro è quella del “bene” (come se fosse una questione di tifo e come se Israele, che non ascolta in materia né l’Onu né Obama, potesse dare retta a Saviano…).
«Quella di Roberto Saviano – scrivono – è senza dubbio una delle voci più ascoltate in Italia. E se in passato ha definito Israele “il miglior esempio di stato per la legalità e la sicurezza”, in questi giorni in cui si consuma l’orrendo massacro a Gaza, invece, nemmeno una parola viene spesa sulla sua pagina. Non ci interessano le polemiche sulla serie Gomorra che lo scrittore sta accompagnando nel suo sbarco all’estero, non è questa la sede opportuna. Qui ci limitiamo a rivolgergli soltanto una domanda: Robe’, perché questo silenzio assordante?». E Roberto dopo averci pensato un poco sopra decide di rispondere. Si guarda bene, però, dall’esprimere una posizione. La sintesi è: “Io sto con la pace”. Il tutto corredato da un’improbabile foto con due ragazzini abbracciati, lei con la kefiah lui con kippah. «Se potessi esser ascoltato, chiederei la fine dei bombardamenti. Chiederei al governo israeliano di fermarsi immediatamente. Chiederei ad Hamas di smettere con i razzi. Le morti dei bambini nei bombardamenti a Gaza scuotono lacerano impressionano. Come i bambini che muoiono in Siria, dove è in corso un conflitto che non indigna, un conflitto che in quasi tre anni ha fatto oltre 140mila vittime di cui 8mila sono bambini. Da che parte stai? Mi gridano i tifosi della politica… Mi pongono ossessivamente la domanda più inutile di tutte, credendola fondamentale: sei con Israele o con i palestinesi? Sono con la pace, con chi altri potrei essere?».