Nuova tegola su Marino: commercianti del quartiere Trevi in rivolta. Il restauro della fontana fa “scappare” i turisti

21 Lug 2014 16:25 - di Gabriele Farro

«Il restauro della Fontana di Trevi ci sta costando il 30-40% degli incassi. Ormai i turisti non li portano più a vederla, così coperta com’è. E’ un disastro, lavoriamo di meno e rischiamo di licenziare o di chiudere». La denuncia arriva dal presidente dell’associazione commercianti della zona di Fontana di Trevi-Quelli della domenica, Gianni Riposati, titolare di uno storico forno-market di fronte al monumento che annuncia iniziative e nuove grane per il sindaco della Capitale, Marino.«Prima chiudevamo a mezzanotte, a volte, e dovevamo mandare via la gente – dice –, ora chiudiamo alle 9 o alle 10, è un disastro. Per non licenziare lavoriamo tutti senza fare straordinari. Ma è così per tutti i commercianti in zona». La Fontana di Trevi da fine giugno è semicoperta dalle impalcature per un restauro finanziato dalla casa di moda Fendi. Una passerella trasparente permette ai turisti di avvicinarsi al monumento simbolo della Dolce Vita. «Ma i lavori vanno a rilento, 18 mesi sono troppi – dice Riposati –, dovrebbero accelerare, lavorare anche di notte. E secondo me non erano neanche necessari». Il presidente dei commercianti della piazza annuncia che «a fine stagione calcoleremo con precisione le perdite e chiederemo lo stato di calamità commerciale, come per i terremotati e gli alluvionati. Vogliamo sgravi fiscali, una riduzione della tassa di occupazione delsuolo pubblico, il permesso Ztl gratuito».

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