Trenta migranti morti per asfissia in un barcone sovraccarico. Gasparri: ora basta con “Mare nostrum”

30 Giu 2014 10:16 - di Sandro Forte

È previsto nelle prossime ore l’arrivo a Pozzallo del motopeschereccio con 590 migranti a bordo, 30 dei quali morti durante il viaggio, soccorso da navi nella Marina militare. Per problemi meteo e tecnici l’ingresso nel porto del Ragusano è stato ritardato. Sono comunque due le imbarcazioni della Marina militare dirette nel porto di Pozzallo con a bordo in totale 919 migranti: la “Chimera” con 353 migranti e il peschereccio, trainato dalla “Grecale”, con i 590 migranti trenta dei quali morti durante il viaggio. Secondo le prime informazioni, i migranti sarebbero morti per asfissia, anche se non vi sono ancora certezze. I cadaveri si trovano in una parte angusta dell’imbarcazione, per cui il recupero verrà eseguito nel porto di Pozzallo. Le navi della Marina militare, inserite nel dispositivo aeronavale interforze “Mare nostrum”, sono state impegnate per tutto il fine settimana prestando soccorso ad oltre 5000 migranti.
Non si arresta dunque l’ondata di migranti e profughi che cercano di raggiungere l’Italia fuggendo dalle guerre e dalla disperazione: dall’inizio dell’anno sono già oltre 60mila gli uomini, le donne e i bambini salvati nel canale di Sicilia, ed è ormai evidente non solo che verrà superato il record del 2011 (63mila) ma anche che è sempre più realistica la previsione dei tecnici che non escludono la possibilità che si arrivi a 100mila persone a fine anno. L’ennesima ondata di soccorsi ripropone il problema di come uscire dal vicolo cieco in cui si è finiti con l’operazione “Mare nostrum”, varata dopo la strage di Lampedusa. Perché è vero che, grazie alle navi italiane, sono state salvate migliaia di vite, anche se non si è riusciti ad evitare del tutto le morti come dimostrano i naufragi di cui si è saputo. Ma è altrettanto vero che le partenze sono aumentate dal momento in cui le navi italiane hanno cominciato a pattugliare molto più da vicino le coste libiche. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, qualche giorno fa al vertice del G6 a Barcellona, ha ribadito che “Mare nostrum” «deve diventare un’operazione europea», con Bruxelles che deve farsi carico «di questo peso» e mostrare «una strategia chiara». Parole che al summit di venerdì scorso non sono state però tradotte come l’Italia sperava. Se infatti sono state poste le basi per un rafforzamento di Frontex – che per il 2014 ha un budget di soli 90 milioni di euro, vale a dire l’equivalente del costo di 10 mesi della missione “Mare nostrum” – è saltato dall’accordo finale il “mutuo riconoscimento” delle decisioni sull’asilo, punto su cui l’Italia puntava non poco perché, nel medio e lungo periodo, si sarebbe potuti arrivare al superamento di Dublino 3, il regolamento dell’Ue che costringe i migranti a fare richiesta d’asilo nel Paese in cui sbarcano. E poi c’è poi un ulteriore problema: il gran numero di arrivi sta mettendo a dura prova il sistema di accoglienza nei Comuni. «Il semestre italiano di presidenza Ue deve avere come priorità il dramma immigrazione. Basta prese in giro. Gli sbarchi senza sosta hanno portato in Italia migliaia e migliaia di clandestini. Tantissimi altri sono in arrivo. Le strutture di accoglienza sono al collasso, i Comuni lasciati soli a gestire un esodo che sta prendendo dimensioni
bibliche. I nostri militari esposti a gravissimi rischi per la salute. Bisognerebbe vergognarsi per come si sta gestendo la situazione, nella totale indifferenza dell’Europa»: è quanto dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che così continua: «Oltre a farsi dettare la linea della Merkel, perché Renzi non ha detto che, se non si risolve l’emergenza sbarchi, l’Italia metterà fine a “Mare nostrum” subito? Invece pensa di prorogarla inserendola nel decreto missioni e di consentire un’invasione che non possiamo controllare. Andrebbero tutti denunciati. E’ in atto un disastro sociale senza precedenti. Hanno un preciso nome i responsabili di queste vittime. Sono coloro che hanno voluto una guerra sbagliata in Libia come Cameron, Obama, Sarkozy, spalleggiati anche da alcune istituzioni italiane, ma anche coloro che con il governo Letta e Renzi hanno voluto la demenziale operazione Mare nostrum che incoraggia trafficanti di ogni genere. Ci chiedono il rispetto delle regole quando sono i primi a infrangerle e a infischiarsene perché il Mediterraneo è lontano. Ora basta. Renzi ha il dovere di risolvere questa situazione. Non c’è più tempo da perdere. Il semestre Ue deve avere questo come obiettivo. Non è una passerella per il presidente del Consiglio». Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, rincara la dose su Facebook: «Altri 30 morti su un barcone. Altri 30 morti sulla coscienza di chi difende Mare Lorum. Fermare le partenze, aiutarli a casa loro, subito! Le camicie di Renzi e Alfano sono sporche di sangue. O no?».

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