Terremoto nella Finanza: indagato il generale Bardi, numero due del Corpo, in manette un colonnello

11 Giu 2014 19:08 - di Redazione

Terremoto nella guardia di Finanza: finisce indagato con la grave accusa di corruzione il comandante in seconda delle Fiamme Gialle, il generale Vito Bardi al quale i pm napoletani Piscitelli e Woodcock che stanno indagando su una serie di verifiche pilotate fanno perquisire l’ufficio all’interno del Comando generale in viale XXI Aprile a Roma. E come se non bastasse finisce in manette con l’accusa di concorso in concussione l’attuale comandante delle Fiamme Gialle di Livorno, il colonnello Fabio Massimo Mendella, già responsabile verifiche ed accertamenti del Comando provinciale Guardia di Finanza di Napoli. Un fulmine a ciel sereno per la Finanza costretta a fare pulizia al proprio interno davanti a tutti. Secondo l’accusa formulata dai magistrati alcuni imprenditori napoletani avrebbero versato oltre un milione di euro tra il 2006 ed il 2012 al commercialista Pietro De Riu, che faceva da tramite con l’allora responsabile verifiche ed accertamenti del Comando provinciale guardia di Finanza di Napoli, Fabio Massimo Mendella.
Almeno questo è quello che emerge dall’inchiesta della sezione reati contro la Pubblica amministrazione della Procura di Napoli che ha portato all’arresto del colonnello Mendella, attuale Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Livorno e di De Riu. Dal Comando di Napoli Mendella era stato trasferito a Roma.
Quello che più ha colpito i magistrali è che, proprio in occasione del trasferimento di Mendella da Napoli a Roma, la holding “Gotha s.p.a.”, oggetto di una verifica pilotata eseguita dall’ufficio coordinato dal colonnello Mendella, avrebbe trasferito la propria sede legale a Roma.
Ma chi c’è dietro la “Gotha s.p.a.”, un’azienda che sul suo sito si definisce «leader nel commercio di metalli ferrosi e non ferrosi» utilizzati «nei settori industriali e dell’edilizia» e che tratta, perlopiù, «ferro, leghe, trafilati di alluminio, piastre di alluminio, coils di acciaio, silicio»?
Dietro l’azienda che conta un capitale sociale di 1 milione e mezzo di euro interamente versato e che ha i suoi prestigiosi uffici operativi a Napoli in via Cervantes 64, proprio accanto agli storici Quartieri Spagnoli, c’è l’imprenditore Francesco Pizzicato che nel 2013 fonda a Lugano con un capitale sociale di 30.000 franchi svizzeri assieme a Giovanni e Giuseppe Pizzicato la GFG Suisse Sagl che prima era GFG Srl con sede a Napoli. La GFG Suisse Sagl si occupa di prestazione di servizi e del commercio di metalli, leghe, ossidi e silicio e di tutto quant’altro inerente l’industria dell’acciaio e siderurgia, della partecipazione ad altre imprese in Svizzera e all’estero e dell’acquisto, la gestione, l’amministrazione e la vendita di beni mobili ed immobili.
Nel 2010, invece, Francesco Pizzicato, sempre assieme a Giuseppe e Giovanni Pizzicato aveva fondato, sempre a Lugano, ma con un capitale sociale di 100.000 franchi, la Nextotrade SA operativa nello stesso mercato, quello del commercio all’ingrosso di metalli, leghe, ossidi e silicio e tutto quant’altro inerente l’industria dell’acciaio e siderurgica.
Trasferito da Napoli a Roma, il colonnello Fabio Massimo Mendella suggerì agli imprenditori Giovanni e Francesco Pizzicato di trasferire nella Capitale anche la loro società Gotha spa. Dopo appena due giorni dal trasferimento della società, l’ufficiale propose ai suoi superiori una nuova verifica fiscale, che necessitava di una specifica autorizzazione a derogare dagli ordinari criteri di competenza. L’autorizzazione giunse 24 ore dopo. La tempistica dell’operazione, sottolinea il gip, è un decisivo elemento di conferma dell’ipotesi accusatoria: in quella circostanza spuntò il coinvolgimento di «due generali». Anche le modalità di concessione della deroga appaiono sospette, dal momento che non fu interessato il comando generale della Guardia di Finanza ma solo quello provinciale, mentre né nella richiesta né nell’autorizzazione erano specificate le circostanze eccezionali per derogare dai criteri di competenza. Nella sua denuncia, l’imprenditore Giovanni Pizzicato ha riferito di avere appreso dal commercialista Pietro De Riu, anche lui arrestato oggi, che la verifica«aveva richiesto una speciale autorizzazione da parte di due generali, uno dei quali mi fu detto essere il generale Spaziante». In quella circostanza, De Riu chiese a Pizzicato 150.000 euro «perché a suo dire erano stati coinvolti, data la natura straordinaria dell’iniziativa, i generali». Il generale della Gdf Emilio Spaziante, oggi in pensione, è stato arrestato la settimana scorsa nell’ambito dell’inchiesta sul Mose.

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