Rapper minacciato e pestato: aveva spopolato il video contro i “fighetti” della movida cagliaritana

2 Giu 2014 17:06 - di Gabriele Alberti

Basta un testo rap irrivrente, politicamente scorretto e sarcastico verso alcuni personaggi della Cagliari “bene”, verso lo spirito sboccato e trasgressivo della movida cagliaritana per scatenare minacce di morte e subire aggressioni? È quanto accaduto al rapper Federico Corona, in arte Chaves, autore di Cagliarifornia, testo e video che ha raccolto 150mila visualizazioni in una settimana. A qualcuno però non è piaciuto ed è passato vigliaccamente dalle minacce ai fatti: «M hanno aggredito mentre rientravo a casa a Pirri (Cagliari), erano in tre, incappucciati, mi hanno colpito alla schiena e al volto. Sono finito a terra e non sono riuscito nemmeno a vederli fuggire», racconta il 24enne Federico Corona. Forse per i testi, o per aver pestato i piedi a qualcuno, oppure per una sorta di invidia per il successo ottenuto,  è stato picchiato di brutto. Il fatto è che non è la prima volta che gli capita: «Mi era già successo con un video un paio di anni fa di subire minacce via web – ha raccontato – Mi avevano scritto nei commenti al video farsi tipo “spero che muori”, ma non erano mai arrivati a tanto. Non riesco a capire cosa abbia spinto queste persone ad aggredirmi. Federico ammette che possa esserci anche qualche problema legale legato al video, qualche denuncia. «Dopo visualizzazioni il video è stato rimosso – racconta – non so chi sia stato, c’era scritto che i motivi erano legati a una possibile diffamazione. Adesso è stato nuovamente pubblicato da altri utenti, anche in versione censurata». Il rapper non ha intenzione di presentare alcuna denuncia per essere stato aggredito. «Non voglio alimentare questo episodio, voglio che questa storia finisca così anche se avrei preferito certamente non essere picchiato. Comunque proseguirò con il mio lavoro, magari questa volta facendo più attenzione».

Cagliarifornia aveva fatto registrare un vero e proprio boom di visualizzazioni, ma i testi “spericolati” – leggiamo sui siti on liline locali – non a tutti erano andati giù. In particolare a Nicola Schintu, uno degli organizzatori delle serate in discoteca a Cagliari, che si era sentito chiamato in causa e aveva annunciato da subito una denuncia. Anche la presenza nel video di Ibarbo e alcune frasi sul patron del Cagliari Cellino erano finite nel mirino dei “dissidenti”.  Chaves racconta di essere stato «trattato come un boss della camorra». E a chi gli dice «Tu da oggi hai finito di fare musica», replica annunciando nuovo video e nuovi testi. Fare più attenzione s^, ma piegarsi alle intimidazioni proprio no. Il testo si concludeva così: “Cagliari è mia, non dei fighetti coi soldi, perché ho le palle di dire quello che non dice nessuno ma pensano in molti”. Sul profilo Fb “Cagliarifornia,” intanto, fioccano i messaggi di solidarietà.

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