Padova, i primi passi di Bitonci: stretta sull’alcol e spending review sui conti del Comune
Partirà dalla modifica di un’ordinanza anti-alcool nella zona della stazione ferroviaria, varata qualche mese fa dal sindaco uscente Ivo Rossi (Pd) per porre un freno al degrado dell’area della stazione ferroviaria, il nuovo ‘corso’ per Padova del neosindaco Massimo Bitonci, leghista sostenuto da una coalizione di centrodestra. “Come primo atto – ha detto oggi – ho intenzione di modificare subito l’infausta ordinanza sugli alcolici perché come ho spiegato a Rossi bisogna vietare il consumo, non la vendita”. Il secondo giorno dopo l’elezione è stato segnato da due momenti di fatto simbolici: il pellegrinaggio ‘ex voto’, dopo l’ottimo risultato elettorale, al Santuario della Madonna del Covolo di Crespano del Grappa fino al Monte Grappa e la prima passeggiata nel cortile di Palazzo Moroni e primo ingresso nell’ufficio di sindaco lasciato libero da Rossi. L’agenda delle cose da fare è piuttosto ricca e punta l’attenzione sul personale: “Ci sono 18 dirigenti a contratto e penso che, nell’ottica della spending review, andremo a vedere i conti del personale. Duemila dipendenti per una città di 220 mila abitanti mi pare un numero eccessivo. Per questo sono anche del parere di bloccare assolutamente il turnover dei dipendenti, adesso è a uno su cinque, noi faremo un blocco a zero e vedremo qual è il minimo di risorse di cui ha bisogno la giunta per il suo staff. Di certo si tratterà di un numero molto inferiore a quello delle passate amministrazioni”. Ancora diversi giorni di lavoro per la costituzione della giunta che, ha spiegato Bitonci, sarà composta da “persone che si dedicano alla città, non assessori part time”. “Siamo favorevoli – ha proseguito – a tenere aperti i bar oltre l’orario imposto dalla precedente amministrazione. Più gente cammina per la città meglio è; certo bisogna tenere presente anche le esigenze di chi risiede, per questo ho lanciato la proposta della ‘patente a punti’ per i bar”. E il futuro dei centri sociali? “Ci sono dei progetti che bisogna portare avanti e il Comune ha l’obbligo di portare a conclusione progetti di edilizia sui siti appositi. Ecco, chi vuol capire capisca”. Pollice verso anche per il progetto ‘PaTreVe’ con Venezia e Treviso: “voglio dire chiaramente che questo progetto non mi piace, il padovano non può diventare una colonia di Venezia”; e per la città lagunare una stoccata: i conti comunali sono più simili a quelli di Roma. Lui guarda a una Padova allargata ai comuni della cintura urbana.