Obama avverte: per intervenire in Iraq non occorre l’ok del Congresso
Il presidente americano Barack Obama ha detto ai leader del Congresso Usa di non avere bisogno del loro nullaosta per lanciare azioni militari in Iraq: lo ha riferito il senatore repubblicano Mitch McConnell, secondo quanto riporta la Bbc, al termine di un incontro con il presidente, tenuto mercoledì sera alla Casa Bianca insieme ad altri leader del Congresso. «Vi farò sapere che succede, ma non mi serve un nuovo nullaosta del Congresso per agire», ha detto Obama, secondo quanto è stato riferito. Da parte sua, la Casa Bianca si è limitata a spiegare in un comunicato che Obama ha parlato degli sforzi degli Stati Uniti «per rafforzare la capacità delle forze di sicurezza irachene e affrontare le minacce» degli estremisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, «incluse opzioni per un rafforzamento dell’assistenza alla sicurezza». Secondo la Cnn, la leader della minoranza alla Camera, Nancy Pelosi, ha concordato con il resoconto di McConnell, aggiungendo di ritenere che l’ok del Congresso del 2001 e del 2003 per azioni militari in Iraq sia ancora valido.
Nel frattempo le principali compagnie petrolifere cinesi hanno preparato piani di evacuazione dall’Iraq nel caso in cui la violenza dovesse diffondersi in tutto il Paese. La Cina ha oltre 10.000 dipendenti in vari siti industriali dell’Iraq, secondo alcuni funzionari del governo, anche se si trovano soprattutto nelle zone sciite del sud del Paese, che per il momento non è stato toccato dall’offensiva jihadista degli estremisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis). Secondo fonti di stampa americane, almeno due delle principali compagnie petrolifere occidentali – Exxon Mobile e British Petroleum – hanno già dato l’ordine di evacuare gran parte del proprio personale in Iraq. L’Eni invece, che pure sta «monitorando da vicino la situazione» e rivendica la sicurezza del personale tra le sue priorità, ha fatto sapere che la regione di Bassora, dove c’è il giacimento di Zubair, «non è colpita dalle rivolte» e sta mantenendo sul luogo «il personale essenziale».