Mose, il gup respinge il patteggiamento di Orsoni: «Quattro mesi, pena troppo mite»
Il gup di Venezia, Massimo Vicinanza, ha respinto il patteggiamento tra la Procura e l’ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, implicato nell’inchiesta Mose. Il patteggiamento, concordato in quattro mesi di reclusione e 15 mila euro di multa, è stato respinto perché secondo il gup «la pena è incongrua rispetto alla gravità dei fatti». Orsoni, assente in aula, ha appreso della decisione del gup dal proprio legale di fiducia Daniele Grasso. «Non so ora da dove si parte» ha detto il legale all’uscita dall’aula. «Prenderemo le decisioni da assumere assieme al mio assistito, – ha aggiunto – non è questo il momento per parlare del futuro. Ci sono comunque le condizioni per affrontare un processo; il patteggiamento ormai non esiste più». Per quanto riguarda i pubblici ministeri che hanno coordinato l’inchiesta, sarebbe stato preferibile «una pena certa oggi, anche se minima, piuttosto che una pena più pesante alla quale probabilmente non si sarebbe mai arrivati considerato il rischio di prescrizione del reato». Per quanto riguarda gli altri politici coinvolti nell’inchiesta, la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio ha chiesto una settimana di tempo in più, fino al prossimo 11 luglio, per esaminare la richiesta di arresto avanzata nei confronti di Giancarlo Galan. Nella conferenza dei Capigruppo di Montecitorio è stato stabilito che la votazione sull’arresto sarà inserita nel calendario dell’Aula non appena la Giunta avrà terminato il proprio iter. L’ex governatore veneto ha ribadito a questo proposito che «a prescindere dall’esito di questa vicenda io non mi occuperò più di politica. Sto valutando se dimettermi dal Parlamento, certo è che non prenderò più tessere. Né quella di Forza Italia né quella dei radicali, che mi hanno un po’ deluso. Una lezione che ho appreso è che la politica eleva all’ennesima potenza sia i vizi che le virtù».