Immunità vo cercando… Ancora liti nel Pd e il premier annuncia la collezione autunno-inverno del governo

24 Giu 2014 12:39 - di Alessandra Danieli

Tensione sempre più alta sull’immunità per i senatori, un nodo complicato che si inserisce nel sudoku della riforma del Senato. «Potevano svegliarsi prima ma troveremo una soluzione ragionevole», assicura la ministra Elena Boschi che nelle prossime ore dovrebbe incontrare Denis Verdini e Paolo Romani, mentre il premier sta per presentare la collezione autunno-inverno del programma di governo per i prossimi mille giorni. Il dibattito divampa con un certo imbarazzo nel Pd sulla scia del braccio di ferro verbale tra la Boschi e Anna Finocchiaro. «Lo scaricabarile continuo apertosi all’interno del Pd sull’emendamento che introduce l’immunità anche per il nuovo Senato è del tutto imbarazzante. Il patto era già stato approvato in commissione con il sostegno di tutte le forze parlamentari», fa osservare l’azzurra Stefania Prestigiacomo. «I senatori saranno chiamati a eleggere il presidente della Repubblica, votare le riforme costituzionali, eleggere i giudici costituzionali e i componenti del Csm. L’immunità è una garanzia per il corretto e equilibrato rapporto tra i poteri dello Stato», taglia corto Renato Schifani del Nuovo Centrodestra. Anche Forza Italia difende l’immunità e chiarisce che non si tratta di «un’autotutela della casta che qualcuno vorrebbe paventare». Contrari su tutta la linea i Cinquestelle: «Quando abbiamo avuto la possibilità di utilizzare l’immunità, con le due querele subite dai colleghi, non l’abbiamo fatto, per noi l’immunità può scomparire», spiega Danilo Toninelli a Radio Anch’io commentando le parole del senatore del Pd Russo sull’emendamento che il M5S avrebbe presentato per difendere i privilegi dei senatori. «Il mio emendamento era basato su un progetto in cui i senatori erano tali, non consiglieri regionali. Quindi è una cosa totalmente diversa – dice la senatrice di M5S Elena Fattori – È un problema di logica: prima vinco la battaglia per l’elettività, poi quella sull’immunità per entrambe le Camere. Non esiste altro modo possibile…». Il partito di Alfano si tiene a metà del guado anche sull’ipotesi che a decidere sia la Consulta, «se ne può parlare. Su chi deve decidere la discussione è assolutamente aperta», assicura Gaetano Quagliariello. Netta la posizione di Fratelli d’Italia. «Ogni ipotesi di immunità parlamentare non può prescindere dalla elezione diretta di deputati e senatori – dichiara Giorgia Meloni – siamo contrari a ogni forma di immunità per i membri di un Senato a elezione indiretta e di una Camera eletta con le liste bloccate. Diverso sarebbe se ci fosse un sistema capace di garantire al popolo un reale controllo democratico sull’operato dei propri rappresentanti». Fabio Rampelli, capogruppo a Montecitorio di FdI, sta lavorando in queste ore per aggiungere un elemento collegato al dibattito in corso: l’immunità è anche legata al processo breve – sostiene – e alla necessaria responsabilità civile dei magistrati.

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