Scambio di embrioni, si va verso una battaglia legale tra le coppie
«I nomi li abbiamo già scelti, ma li custodiamo nel nostro cuore». Così, in un’intervista al Corriere della Sera, la coppia finita protagonista dello scambio di embrioni al Pertini. I due ribadiscono di essere decisi a tenere i bambini, che nasceranno ad agosto: «Loro – spiega la donna – crescono in noi. E anche biologicamente stanno cambiando, adesso, dentro di me. Ogni giorno, continua il marito, pensiamo all’altra coppia, vittime pure loro. Ma se mi chiede adesso di incontrarli le rispondo: aspettiamo qualche minuto, eh?. Non sono nemici, ma nei loro panni, col cuore a pezzi, lascerei perdere. Hanno perso una fase fondamentale, la maternità. Mia moglie non è un animale da riproduzione». La coppia afferma di temere una battaglia legale: «Chiunque vincesse – continua l’uomo – sarebbe sconfitto. Io dico: facciamo nascere questi bambini e poi lasciamo che prevalga il buonsenso». E alla domanda se abbiano mai pensato di tenere un bambino per coppia, la moglie risponde: «Sì. Ma è un pensiero paradossale rispetto a una situazione paradossale». «Come fantasia folle» precisa il marito, che dice: «Il punto è: sarebbe giusto dividere i bambini per soddisfare un egoismo degli adulti? Non credo». La donna ricorda il giorno in cui ha scoperto di aspettare figli geneticamente non suoi: dopo la villocentesi, spiega, il primario “m’ha detto: signora, il suo patrimonio genetico non è compatibile”. «Il giorno più felice della mia vita devastato. Dentro hai qualcosa che sta crescendo ma non ti corrisponde. Da lì abbiamo dovuto decidere se portare avanti o no la gravidanza. Ci abbiamo pensato, ci ho pensato un giorno e basta», continua il marito «però poi ho pensato: chi sono per decidere della vita e della morte?». «Poi c’è una differenza tra padre e funzione paterna». Quanto allo scambio di embrioni, “parlare di errore umano offende l’intelligenza, continua l’uomo, questa è malasanità, imperizia”.