Quota rosa o trans? Giallo nel Pd: spunta la candidata che fino al 2002 era maschio
Poche donne in lista Pochi volti nuovi? Nel Pd casertano per far fronte a questi due problemi hanno trovato una soluzione geniale. Candidare una donna nuova di zecca. Lei si chiama Laura Matrone, fino al 2002 all’anagrafe era registrata come maschio. Oggi è impegnata in un’associazione di volontariato che si occupa di transessuali ed è stata inserita nella lista elettorale del candidato sindaco del centrosinistra per Castel Volturno, Dimitri Russo. L’altro candidato sindaco del centrodestra, Cesare Diana, ha sollevato la questione “politicamente scorretta”: può essere annoverato nelle “quota rosa” un trans? La sinistra campana a questo punto è montata su tutte le furie. Da una parte il candidato Russo ha elencato 5 candidati donna nel Pd e sei nella lista civica (tra queste appunto la Matrone). A breve giro di posta è arrivata anche la replica della diretta interessata, fornita di un curriculum artistico e sportivo di tutto rilievo (è stata showgirl in un’emittente televisiva campana e ha gareggiato agli europei di taekwondo) in una sdegnatissima intervista a Repubblica. «Sono originaria di Napoli, ma vivo a Castel Volturno da quando avevo 14 anni. Nel 2002 mi sono operata e il cambio è stato registrato all’anagrafe. Ho fatto il primo intervento per cambiare sesso a Napoli tramite l’Asl, gratuitamente. Lo consente una legge del 1984. Sono una donna a tutti gli effetti. Volevano tentare di far ricusare la lista per mancanza di quote femminili. Poi si sono accorti dell’errore e hanno rinunciato». Insomma, di fatto la signora Matrone, che nel frattempo si è anche sposata, non si può più definire una trans, perché i suoi passaggi li ha compiuti tutti e pertanto tecnicamente e all’anagrafe rappresenta una quota rosa nella lista del suo partito. Da parte sua Diana, candidato da Forza Italia e sostenuto da Fratelli d’Italia e da alcune liste civiche, ha parlato di un fraintendimento chiudendo la polemica. Strano però che per la stessa Matrone il termine “trans” sia diventato offensivo. Del resto sulla sua bacheca Facebook ancora adesso rivendica orgogliosamente: «Evviva i trans, evviva la differenza!». In ricordo dei tempi passati.