Maroni: la legge non consente l’utilizzo di Uber. Sul web migliaia di firme a sostegno dell’app

21 Mag 2014 20:06 - di Redazione

Dalle piazze reali la guerra tra taxi e Uber passa a quelle virtuali, dove per ora ha la meglio l’applicazione delle auto a noleggio. Sulla piattaforma Change.org, infatti, sono state lanciate due petizioni: una dalla stessa Uber a favore del suo servizio (www.change.org/sostieniuber) e una contro (www.change.org/chiudiuber). A sostegno di Uber hanno firmato in 3.248, un terzo, invece, poco più di 1000 – si suppone i tassisti e i propri familiari e amici – chiedono al Sindaco di Milano di chiudere il servizio.
«Gli autisti che sono nostri partner rimangono compatti e determinati, ma non possiamo ignorare e tacere questi atti violenti e intimidatori. L’unico modo per fermare queste ingiustizie è di far sapere al Sindaco quanto Uber abbia portato un valore aggiunto a voi e alla città!», è scritto nella petizione lanciata da Uber.«C’è un vecchio adagio conosciuto in certi palazzi che vuole una balla ripetuta mille volte diventare una verità. Questa sembra l’intenzione di Uber nell’esercizio tipico del “chiagni e fotti” portato alla mia attenzione», scrive invece Alberto Cirea su Change.org.
A sorpresa a favore dei tassisti milanesi scende in campo il presidente della Regione, Roberto Maroni che prende una posizione nettissima contro il servizio della società Uber che consente anche ai privati cittadini di effettuare corse a pagamento: «La normativa vigente – sottolinea il leghista al termine dell’incontro con i tassisti in Prefettura – non consente l’uso dell’app Uberpop».
Maroni sfida a distanza anche il ministro dei Trasporti Lupi che aveva richiamato proprio la Regione Lombardia e il Comune di Milano ad assumersi le loro responsabilità per risolvere la protesta dei taxi contro la multinazionale Uber: «La Regione non c’entra niente, c’è una legge nazionale sulla concorrenza che prevede che i Comuni diano le licenze e facciano i controlli. La Regione applica le norme di legge e basta. Forse Lupi è male informato», lo punge il presidente della Regione Lombardia.
«La competenza è dello Stato e del Parlamento per quanto riguarda la legge – ha precisato Maroni – dei Comuni per quanto riguarda le licenze: la Regione non ha competenze in merito». Secondo il presidente della Lombardia, «il servizio di Uber avviene in violazione della legge 21/92 e quindi il Governo deve intervenire così come i Comuni, in particolare quello di Milano, perché qui si sta facendo il vero test per vedere se questa applicazione funziona ed estenderla ovunque».
Anche Lupi ha incontrato i sindacati di categoria dei tassisti inferociti contro Uber. E al termine dell’incontro Lupi ha spiegato che il servizio pubblico non in linea può essere erogato unicamente dai taxi e dagli Ncc: «Nel momento in cui viene poi fatto un servizio pubblico non autorizzato non ci sarà alcuna tolleranza». In sostanza al termine dell’incontro coi tassisti, con il Comune di Milano e la Regione Lombardia, il ministro ha sostanzialmente dato il via libera alla società Uber sulla quale però verranno fatte «verifiche perché si tratti di un servizio che rispetti la legge» mentre viene considerato illegale Uberpop, cioè il servizio che consente a qualsiasi privato cittadino che abbia i requisiti minimi di potersi di fatto sostituire ai taxi: «Chi eroga questo servizio – ha precisato Lupi – compie un esercizio abusivo della professione. Ognuno se ne deve assumere la responsabilità».

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