Degrado a Roma: Marino trascura le aeree gioco dei bambini? I genitori si improvvisano spazzini “fai da te”

22 Mag 2014 13:46 - di Priscilla Del Ninno

Così impegnato a ospitare i Rolling Stones. Così intento a capire quale altra arteria pulsante del cuore di Roma chiudere e pedonalizzare. Così strategicamente attivo a rendere la città il luogo più ostile e inospitale possibile per chi la abita, il sindaco Ignazio Marino ha dimenticato di dedicarsi alla manutenzione di spazi pubblici riservati al gioco dei bambini all’aperto. E il degrado impazza in quartieri popolari del centro e limitrofi, che vanno da Prati a San Giovanni, passando per Testaccio, dove altalene, scivoli e ponticelli delle aree gioco destinate ai più piccoli galleggiano tra erbacce incolte, rifiuti, avanzi di cibo e cartacce a fare da squallide quinte a quella che dovrebbe essere una piccola oasi di quartiere salvata da altre destinazioni d’uso (parcheggi, area bivacco e sbronze, e così via). Così, gli abitanti del quartiere Testaccio, stanchi di vedere figli e nipoti rincorrersi tra vetri, briciole e mozziconi di sigarette (a Villa Fiorelli in particolare va anche molto peggio, con il parco ormai in mano a senzatetto e sbandati che bivaccano lasciando parco e panchine in condizioni incommentabili). Sfiduciati rispetto alla possibilità di ottenere una qualunque risposta ai tanti reclami indirizzati, nello specifico, al Servizio giardini di Roma Capitale, e in generale al Campidoglio, hanno reagito alla cortina di silenzio eretta dal Comune istituendo un comitato a difesa dell’area giochi di Santa Maria Liberatrice, e hanno pensato bene di affrontare e risolvere tempestivamente la situazione ormai improcrastinabile.
Chi fa da sé fa per tre, si sono detti testaccini doc e non, dandosi appuntamento per un wek-end di pulizia, (a domeniche alterne), aiutati dagli artigiani del rione a riprendersi la storica piazza in balia del degrado: sono partite le collette. È stata messa in campo una task force di volontari che, stanchi di aspettare il rinnovo del contratto (scaduto a dicembre) della cooperativa che si occupava della manutenzione dell’area giochi e dintorni o, peggio ancora, una nuova commissione a terzi, si è rimboccata le maniche e ha optato per un risolutivo fai da te, con bambini e adulti armati di ramazze, secchi e tanta buona volontà. Ennesimo esempio di come i romani, che si sentono ormai sempre più drammaticamente abbandonati dalle istituzioni, invece di autocompiangersi e crogiolarsi nel dramma di un bilancio agonizzante e di un’amministrazione capitolina lenta quando non insolvente. Decisi a rispedire al mittente la decisione di tagli su servizi indispensabili per il benessere civico, sono pronti a rimboccarsi le maniche dando a tutti, primo cittadino in testa, un esempio di efficienza e disponibilità. Ma fino a quando?

 

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