Anche alle amministrative trionfa il Pd, il centrodestra diviso perde quasi ovunque
Sull’onda del successo delle europee il Pd ha sbancato anche alle amministrative. Il Piemonte e l’Abruzzo vanno al centrosinistra, con Sergio Chiamparino e Luciano D’Alfonso, che strappano le due
Regioni alla Lega Nord e a Forza Italia. Otto Comuni sono confermati alla sinistra, tra cui Firenze (plebiscito per l’ex vice di Renzi, Nardella), Modena e Ferrara; tre (Ascoli Piceno, Tortolì e Teramo) restano al centrodestra. Prato dal centrodestra passa al centrosinistra, altri 15 Comuni andranno al ballottaggio, tra cui Bari, Bergamo, Padova.
Il Pd, dunque, fa il pieno (o quasi) e si riprende tanto il Piemonte quanto l’Abruzzo. Senza scossoni, Firenze va a Dario Nardella, uomo del premier Matteo Renzi. Torneranno alle urne tra due settimane Bari, Livorno, Padova, Modena, Foggia, Potenza, Perugia, Terni, Bergamo, Cremona e Pavia. Certa la vittoria del Pd a Pesaro, Sassari, Ferrara, Forlì, Reggio Emilia, Campobasso e Prato, rinconquistata dai Democratici dopo cinque anni di centrodestra. A Bergamo il sindaco uscente di centrodestra, Franco Tentorio, dato in netto svantaggio, è riuscito a contenere le perdite contro un candidato di tutto rispetto, l’ex manager berlusconiano Giorgio Gori, marito della giornalista Cristina Parodi. Se la vedranno al ballottaggio e saranno determinanti i voti dei grillini. Più agevole il turno per il centrodestra al ballottoggio a Pavia, dove Alessandro Cattaneo, eletto recentemente “il sindaco più amato d’Italia”, ha staccato il rivale di centrosinistra di dieci punti. In provincia di Roma il centrodestra unito ha vinto a Marino con Fabio Silvagni mentre negli altri centri si andrà al ballottaggio. A livello regionale nel Lazio buona affermazione di Fratelli d’Italia con un quarto posto quasi ovunque. Bandierine di centrodestra (anche in questo caso unito) al primo turno ad Ascoli Piceno con il sindaco uscente Guido Castelli e a Teramo con l’uscente Murizio Brucchi
In Piemonte, dopo il trionfo netto del Pd alle europee, la strada è stata spianata per il candidato del centrosinistra Sergio Chiamparino, che ha guidato nettamente lo spoglio elettorale con il 47% dei consensi sul 100% delle sezioni scrutinate. Il candidato alla presidenza per M5S, Davide Bono, lo ha seguito con un distacco di più del doppio con il 21,4% dei consensi. In Abruzzo alle europee la forbice tra Pd e Movimento 5 Stelle è stata molto più stretta che nel resto del Paese: 32,38% contro il 29,74%, con Forza Italia al 18,69%. Sul voto europeo, dunque, il 5 Stelle abruzzese ha conquistato il miglior risultato in Italia, ma lo stesso risultato declinato in chiave di elezioni regionali ha fornito un esito molto diverso. Infatti, può ormai proclamarsi vincitore Luciano D’Alfonso, 49enne ex sindaco di Pescara. D’Alfonso, appoggiato da Sel, Psi, Idv, Centro Democratico e liste civiche, ha staccato di poco meno di 20 punti percentuali il governatore uscente Giovanni Chiodi, candidato di Forza Italia e sostenuto da Fdi, Ncd e lista “Abruzzo futuro”. Chiodi si è attestato intorno al 29%. La tornata elettorale ha decretato il crollo del M5S che con la sua candidata Sara Marcozzi non è andato oltre il 20 per cento.
Bari e Firenze, come si è detto, erano le città più grandi chiamate a eleggere sindaco e Consiglio comunale. Nel capoluogo pugliese, però, è ormai certo il ballottaggio: la sfida dei candidati sindaci del centrodestra Mimmo Di Paola e del centrosinistra Antonio Decaro si è giocata fino all’ultimo voto (35,76% contro 49,41%) mentre è stato caos nei seggi per le operazioni di spoglio. Sono state infatti numerose le contestazioni: tanto il voto disgiunto quanto le preferenze di genere hanno creato confusione negli elettori e dubbi negli scrutatori.