Usura, a processo 5 dirigenti dell’American Express. Sotto accusa il meccanismo dei prestiti con le carte revolving
Hanno fatto piangere centinaia di persone con il meccanismo spietato delle cosiddette carte “revolving“, un sistema infernale che strangolava i debitori delle banche attraverso tassi da usura.
Ora il gup di Trani, Francesco Messina, ha deciso di rinviare a giudizio cinque dirigenti e funzionari di American Express per truffa ed usura ai danni di cittadini della provincia di Barletta-Andria-Trani, in relazione all’elargizione di prestiti realizzati con il rilascio di carte di credito del tipo “revolving“.
Secondo i pm che hanno chiesto al gup il rinvio a giudizio dei cinque dirigenti, sui prestiti realizzati attraverso la Gold Credit Card American Express, venivano applicati tassi di mora usurari.
Il gup Messina ha respinto tutte le eccezioni preliminari sollevate dalla difesa sulla competenza e sulla giurisdizione della Procura di Trani ed ha rinviato a giudizio Daniele Di Febo e Melissa Peretti, in qualità di dirigenti Area Prodotti Carte e Area Compliance di American Express.
Mentre hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato Giglio Del Borgo, Massimo Quarra e Francesco Fontana, quali responsabili di American Express. L’inchiesta è cominciata nel 2008 dopo la denuncia di un molfettese che, a fronte di un prestito di 2.600 euro, non avendo pagato una rata di 129,43 euro, si era visto recapitare una richiesta stratosferica rispetto alla somma avuta in prestito, di 686,54 euro, cioè superiore di 5 volte alla rata non pagata e ad un tasso di interesse di mora superiore alla soglia fissata dalla legge antiusura.
Nel processo si sono costituiti parte civile l’Adusbef nazionale e pugliese e alcuni clienti che si ritengono danneggiati. E proprio l’Adusbef è intervenuta con forza una volta appresa la decisione del gup di Trani. «Ancora una volta magistrati coraggiosi, esperti e preparati, a seguito delle denunce dell’Adusbef, applicando il buon diritto e le norme legali troppo spesso trascurate per non disturbare i loschi interessi dei banchieri, riescono a tutelare le ragioni dei consumatori truffati, usurati e strangolati da banche e società esercenti il denaro di plastica», ha commentato il presidente Adusbef, Elio Lannutti.
Dal canto suo American Express ha respinto le accuse sostenendo che non vi è «stata alcuna violazione della legge» e sottolineando che «contesterà con determinazione le accuse relative al procedimento di Trani».
«Le accuse – ricostruisce l’azienda – riguardano le penali di mora applicate alle carte di credito revolving di poche unità di titolari che non sono stati in grado di pagare nei tempi previsti gli importi come indicato nei loro estratti conto, nonché alcune clausole contenute nei termini e condizioni vigenti all’epoca dei fatti rilevanti. American Express ha deciso quattro anni fa di riaccreditare a tutti i titolari di carte revolving in Italia inadempienti ogni importo addebitato a titolo di penali di mora fin dalla loro introduzione nell’ottobre 2006». E questo, secondo l’American Express, «testimonia, la volontà di agire nel massimo interesse della propria clientela».
«Le accuse – secondo American Express – non riguardano le carte di credito American Express tradizionali che richiedono i pagamenti per intero alla fine di ogni mese».