Il figlio di Sarkozy “ridicolizza” Hollande disegnando vignette satiriche. Boom di condivisioni

8 Apr 2014 16:41 - di Antonio Pannullo

In Francia non ci sono solo i celebri Plantu o Joann Sfar a commentare l’attualità politica a colpi di vignette. In questi ultimi giorni, gli abbonati alle pagine Facebook o Twitter di Jean Sarkozy, il figlio di Nicolas, hanno avuto diritto a una serie di sorprendenti vignette in cui il rampollo dell’ex presidente ironizza su François Hollande e sulla sua squadra di governo. I disegni, dal tratto semplice ma efficace, includono anche un parallelo con il film Titanic e una rilettura abbastanza azzardata di un gesto di Charles de Gaulle. Attualmente, il figlio di Sarkozy, 27 anni, è consigliere generale del dipartimento delle Hauts-de-Seine, non lontano da Parigi. Come spiega Thierry Solère, deputato dell’Ump, il partito neogollista oggi all’opposizione, «è tanto tempo che Jean disegna. Fa spesso delle caricature, delle vignette per commentare l’attualità». Il diretto interessato spiega da parte sua che la vena artistica è stata risvegliata dagli ultimi disegni di Joann Sfar, pubblicati da Le Monde.fr in occasione delle recenti elezioni municipali. «Mia moglie è rimasta incollata durante tutta la campagna alle divertentissime vignette di Sfar su Instagram. Mi è venuta voglia di mettermi alla prova». Da parte sua, l’autore di “Il gatto e il Rabbino” – che di recente ha anche realizzato una serie di disegni sulla love story segreta tra il presidente Hollande e l’attrice Julie Gayet – si è mostrato sorpreso per la “sfida” di Sarkozy Junior. «Se Sarkozy apprezza i miei disegni, sono forse di destra?», si interroga ironicamente Sfar, in una vignetta pubblicata in risposta a quelle del giovane rampollo di Neuilly-sur-Seine. Immediata la replica di Sarkozy junior, forse un po’ irriverente nei confronti dell’ex presidente nonché padre: «Idea! Joann Sfar ministro della cultura in un governo di apertura». Un riferimento alla politica del padre, Nicolas Sarkozy, che quando andò all’Eliseo nominò come ministri diverse personalità della sinistra, come il ministro degli Esteri Bernard Kouchner, in nome della cosiddetta apertura nei confronti degli avversari politici. Insomma, stesso partito, ma metodi diversi.

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