I “capponi che non vogliono il Natale” diventano l’incubo del governo
Passa per Palazzo Madama il futuro del governo Renzi. Il presidente del consiglio ha reagito come suo solito all’intervista con cui il presidente del Senato Pietro Grasso ha interpretato il mal di pancia dei “capponi che non vogliono il Natale“ ed ha ulteriormente alzato l’asticella, ben sapendo che i primi dubbi albergano proprio nel suo partito. Così è arrivata in fretta e furia la proposta del governo che muta radicalmente uno dei due rami del Parlamento, snellendolo e facendolo diventare non elettivo. In premessa va detto che il governo farebbe bene a non esercitare il suo potere di proporre leggi in materia parlamentare. È infatti poco corretto istituzionalmente che uno dei tre poteri dello Stato, quello esecutivo rappresentato dal governo, proponga lo stravolgimento di un altro potere, quello legislativo, che tra l’altro ha funzione di controllo proprio sull’esecutivo. Quando il galateo istituzionale veniva rispettato il governo non interveniva su questioni interne agli altri due poteri, lasciando al Parlamento questo compito. Preso atto che Renzi non conosce e non apprezza il galateo istituzionale, va però detto che il superamento del bicameralismo perfetto è cosa buona e giusta, così come serve il taglio delle poltrone e dei costi.
Al di là del merito, però, adesso la questione si sposta sulla tattica politica. I gruppi del Pd non vogliono l’abolizione del Senato elettivo sia perché difendono il ruolo sia perché non intendono favorire l’eccesso di spinta rivoluzionaria e populista del loro segretario. Berlusconi ha interesse a rallentare la riforma di Palazzo Madama se prima non porta a casa l’Italicum, legge elettorale che consente al contempo di andare al voto appena possibile e di dare più di una chance al centrodestra. La riforma non piace neanche al Nuovo centrodestra, a Scelta civica e all’Udc e l’impaludamento farebbe contenti anche Lega e Cinque Stelle.
Ecco perché Renzi alza la posta. Se riesce ad imporsi allunga la legislatura almeno fino al 2016, visti i tempi lunghi per le riforme costituzionali, se invece viene impallinato potrà additare al paese la vecchia politica che non vuol cambiare nulla, presiedere il semestre europeo e andare al voto nella prossima primavera per chiedere quel consenso dal basso senza il quale non riesce a cambiar nulla. E così in un colpo solo si libererebbe dei suoi gruppi parlamentari riottosi sostituendoli con deputati e senatori di assoluta fiducia e trasformerebbe luna di miele, europee e semestre europeo in una lunga campagna elettorale, senza doversi più confrontare con la risoluzione dei problemi, chiedendo agli italiani il voto non su quel che ha fatto, ma su quel che ipoteticamente avrebbe voluto fare e che non gli hanno consentito di fare.