È contrario alle nozze gay: l’Ad di Mozilla costretto a dimettersi

4 Apr 2014 15:28 - di Valeria Gelsi

È contrario alle nozze gay e ha difeso la sua posizione. Per questo Brendan Eich, co-fondatore e amministratore delegato di Mozilla, la fondazione che ha creato il browser Firefox, è stato costretto a dimettersi. Poco importa che abbia chiarito di saper distinguere tra le posizioni personali e il lavoro, che abbia ricordato che

la politica aziendale è quella di rispettare le opinioni di tutti e che la stessa fondazione abbia diffuso un post intitolato «Mozilla sostiene l’uguaglianza Lgbt». Ancor meno è importato che l’ormai ex Ceo abbia un curriculum di primo piano nel mondo del web, vantando tra i titoli anche quello di essere l’inventore del linguaggio Javascript. Nulla è valso a salvargli l’incarico, assunto meno di un mese fa. Su Mozilla si sono abbattute prima le critiche e poi il boicottaggio degli attivisti gay, che hanno promosso una petizione perché Eich venisse rimosso per le sue colpe. La prima è stata quella di aver finanziato con mille dollari, nel 2008, un referendum contro le nozze gay in California; la seconda, più grave, quella di non aver rinnegato, martedì, nel corso di un’intervista al New York Times, le sue idee. A fare da apripista è stata una coppia di sviluppatori gay, che si sono sposati proprio in California e che hanno bollato la contrarietà di Eich alle nozze omosessuali come «opinione odiosa». «Non possiamo sostenere una fondazione che non solo lasci qualcuno con opinioni odiose al potere, ma addirittura gli dia una promozione e lo metta alla guida dell’intera organizzazione», hanno postato i due, dando il via a quel crescendo di critiche e sgambetti che ha portato alle dimissioni. Infine, è arrivata la spallata alla quale Eich ha dovuto cedere: la richiesta che il popolare sito di incontri OkCupid.com ha rivolto ai suoi utenti perché utilizzassero browser diversi da Firefox. «Non abbiamo agito come ci si sarebbe aspettato da Mozilla e non siamo stati abbastanza rapidi nel discutere con efficacia la questione, una volta che la controversia si era manifestata. Ci dispiace», ha scritto in un post la presidente esecutiva Mitchell Baker. Sul caso di Eich, che non risulta aver espresso opinioni omofobe, incidono il contesto Usa e, ancor di più, quello specifico della Silicon Valley. Di base, infatti, c’è l’ossessione degli americani per il politicamente corretto, su cui poi si innesta la spiccata tendenza liberal del mondo che gira intorno al web. Eppure quanto accaduto all’ex Ceo di Mozilla non è una novità e non è nemmeno un caso senza precedenti al di fuori degli States: anche in Europa e in Italia si sono registrati casi di discriminazione e boicottaggio nei confronti di chi ha espresso opinioni “non allineate”. Uno degli ultimi è quello di cui è stato protagonista Guido Barilla. Al di là delle spigolosità dei toni, l’industriale aveva rivendicato che il target della propria azienda era costituito dalle famiglie tradizionali. Una presa di posizione giunta, per altro, all’indomani degli attacchi della presidente della Camera Laura Boldrini all’immagine da “famiglia del Mulino Bianco” di certe pubblicità. Barilla non si è dovuto dimettere, ma il giorno dopo lui e l’azienda sono dovuti correre ai ripari con un video di scuse e diverse iniziative che arginassero le ripercussioni economiche di quell’uscita così poco gay friendly.

 

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