Dell’Utri, la Cassazione rinvia il processo al 9 maggio. I legali impugnano la richiesta di arresto

15 Apr 2014 19:00 - di Redazione

Slitta al 9 maggio prossimo, quindi fra meno di un mese, l’udienza della I Sezione penale della Corte di Cassazione nel procedimento a carico di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Il collegio presieduto da Cristina Siotto che doveva cassare la sentenza di appello o confermarla, ha accolto la richiesta di rinvio dell’udienza di stamani avanzata per motivi di salute dai legali dell’imputato, gli avvocati Giuseppe Di Peri e Massimo Krogh, che hanno inviato rispettivamente ognuno un certificato medico.
«Preso atto dei certificati medici pervenuti il 10 e il 12 aprile e l’ulteriore certificato medico dell’avvocato Krogh che attestano l’impedimento dei difensori di Marcello Dell’Utri a comparire e, dopo aver sentito il parere della Procura e della parte civile che non si sono opposti al rinvio, seppure con delle precisazioni, il collegio fissa la nuova udienza per il 9 maggio alle ore 14», ha annunciato il presidente della prima sezione penale, Cristina Siotto accogliendo, così, le richieste di rinvio dell’udienza.
La decisione, che non era scontata, segna un punto a favore nella strategia difensiva messa in atto dai legali di Dell’Utri che hanno anche fatto sapere di aver già impugnato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’appello di Palermo nei confronti dell’ex-senatore. Ora il Tribunale del Riesame ha 10 giorni di tempo per fissare l’udienza per la trattazione del procedimento e decidere sulla richiesta.
Nell’impugnazione della misura cautelare emessa l’8 aprile dai giudici della corte d’appello i legali di Dell’Utri negano che il loro assistito sia fuggito in Libano per sottrarsi alla sentenza della Cassazione che avrebbe potuto confermare la sua condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.
Chi pianifica una fuga, sostengono in sintesi i legali, non usa il proprio cellulare e la carta di credito e non si registra col proprio nome in albergo nello Stato scelto per darsi alla macchia. I difensori, anche sfruttando il biglietto di andata e ritorno Parigi-Beirut (partenza il 24 marzo scorso e rientro il 29) trovato a Dell’Utri, sostengono che il loro cliente abbia più volte e anche in passato lasciato l’Italia per il Libano per motivi di salute e d’affari.
Il fatto che l’ex-senatore fosse all’estero, dunque, non dimostrerebbe nulla anche perché, inoltre, al momento della partenza era libero e in possesso di passaporto valido.
Nell’impugnazione si accenna anche all’intercettazione delle conversazioni del fratello di Dell’Utri, del novembre scorso, in cui si parlava esplicitamente di suoi progetti di trasferimento all’estero e in particolare in Libano: il dialogo viene addotto dalla Corte come prova delle intenzioni dell’imputato. Secondo i difensori, che citano la decisione del Tribunale del Riesame sul rigetto del divieto di espatrio, inizialmente chiesto dalla Procura generale, l’intercettazione sarebbe inutilizzabile.
«A maggior ragione adesso, dopo che è intervenuta questa iniziativa anticipata della Corte d’appello di Palermo che ha chiesto l’arresto di Marcello Dell’Utri, in questa situazione, il suo difensore nominato per la Cassazione ha diritto a venire a discutere le proprie ragioni di persona. Tanto più che la prescrizione, con un rinvio, si sospenderebbe», ha spiegato l’avvocatessa Nicoletta Piergentili Piromallo, legale dello studio di Massimo Krogh, l’avvocato ricoverato in clinica a Napoli dallo scorso 5 aprile.
La prescrizione, per Dell’Utri, maturerà il prossimo 1 luglio, il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, per il quale Dell’Utri è stato condannato nell’appello bis a sette anni di reclusione, è, viceversa, stato commesso, secondo i magistrati, fino al 31 dicembre 1992.
Nel corso dell’udienza di oggi il legale del Comune di Palermo che si è costituito parte civile e che avrebbe dovuto dare il suo parere sul rinvio dell’udienza per motivi di salute degli avvocati di Dell’Utri, ha detto di non voler opporsi allo slittamento pur ritenendo la richiesta «dilatoria» rimettendosi poi alla decisione della Corte.
Dal canto suo il Pg della Cassazione, Aurelio Galasso, nel suo parere sull’istanza di rinvio, ha espresso parziali riserve: «l’impedimento dell’avvocato Krogh è assoluto mentre quello dell’avvocato Di Peri è un impedimento limitato per una artropatia a un ginocchio che gli consentirebbe di deambulare. Per questo esprimo un parziale dissenso alla richiesta di rinviare l’udienza per Dell’Utri e mi rimetto alla decisione della Corte». Poi la decisione della Corte. Che ha concesso alla difesa un mese di tempo.
Sul fronte libanese, intanto, l’ex-senatore di Forza Italia ha nominato l’avvocato Nasser Al Khalil come suo legale in Libano, dove si trova da sabato scorso in attesa di una richiesta di estradizione dall’Italia. «Sto ancora studiando il caso con i miei collaboratori – ha detto Al Khalil – e al momento non posso dire niente. Potremmo fare una dichiarazione entro un paio di giorni».
Il legale non ha risposto nemmeno alla domanda se intenda presentare alla magistratura libanese una richiesta per ottenere una diversa misura cautelare nei confronti di Dell’Utri, ospitato nella sezione dei servizi di Intelligence del comando della polizia libanese a Beirut: «Farò tutto il possibile per tutelare gli interessi del mio cliente», si è limitato a dire in proposito il legale.
Ieri il procuratore generale della Corte di Cassazione libanese, Samir Hammud, aveva detto che, «in linea di principio», Dell’Utri potrebbe rimanere nell’edificio che lo ospita fino alla decisione finale sulla richiesta di estradizione. Ma non si esclude che, vista l’età avanzata – 73 anni – e il fatto che ha subito diversi interventi chirurgici al cuore l’ex-senatore possa ottenere il trasferimento in un’altra struttura, pur rimanendo agli arresti.

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