Ancora una donna aggredita con l’acido. E proprio oggi esce il libro dell’avvocatessa sfigurata dall’ex
Ancora una donna aggredita dal compagno. Ancora un potenziale bersaglio della punizione islamica che sfigura viso e corpo femminile con l’acido, e che sembra prendere sempre più piede anche in casa nostra. L’ultima vittima di quella che è ormai una vera e propria escalation di violenza domestica è una trentasettenne incinta, residente ad Anzio, sul litorale di Roma, ricoverata con un trauma cranico e diverse contusioni, anche se secondo le prime analisi non rischierebbe di perdere il bambino. L’aggressore è il suo compagno, un uomo di 38 anni di nazionalità italiana che, sembra, sotto l’effetto della cocaina ha aggredito la compagna in gravidanza, picchiandola anche sulla pancia e lanciandole contro delle suppellettili, dei coltelli da cucina e dell’acido muriatico, che però, fortunatamente, non ha raggiunto la donna. L’allarme ai militari della Compagnia di Anzio è stato dato da alcuni vicini che hanno sentito le urla della lite tra i due. I carabinieri una volta arrivati sul posto hanno bloccato a fatica l’uomo, già noto alle forze dell’ordine, che è stato portato nel carcere di Velletri. La donna ha raccontato ai militari intervenuti che il compagno l’aveva costretta a dargli 50 euro per comprarsi della cocaina, droga che poi aveva consumato davanti a lei in casa. Di lì a poco sarebbe scoppiata la lite, come spesso accade innescata da motivi banali, che ha scatenato la furia cieca dell’uomo, il quale si è scaraventato contro la compagna, picchiandola e lanciandole contro tutto quello che trovava a tiro, tra cui, secondo quanto ricostruito, dell’acido muriatico, che però la donna è riuscita a schivare. Alla vittima sono stati refertati 21 giorni di prognosi per trauma cranico e contusioni, tra cui quella all’addome. L’aggressore è accusato di lesioni personali, rapina aggravata e resistenza a pubblico ufficiale.
Un ennesimo caso. Uno come tanti, purtroppo, che affollano la nostra cronaca quotidianamente, e che in una ideale classifica dell’orrore vedrebbe sicuramente tra i primi posti Lucia Annibali, l’avvocatessa di Urbino sfigurata con l’acido, su mandato del suo ex, da due sicari albanesi. Oggi la donna, sopravvissuta a quello che avrebbe dovuto essere un agguato mortale, ha raccolto in un libro quella sua esperienza di dolore, fatta di un lungo calvario ospedaliero, in cui ha affrontato e superato molte operazioni chirurgiche e infinite sofferenze. Un libro intitolato Io ci sono, scritto a quattro mani con la giornalista Giusi Fasano, uscito in allegato con il Corriere della Sera. La mia storia di non amore è il sottotitolo del volume (edito da Rizzoli Corriere della Sera, e disponibile anche in versione ebook), nel quale la giovane donna ripercorre le tappe della tormentata relazione con il collega Luca Varani, condannato a 20 anni di reclusione come mandante dell’aggressione con l’acido; quelle del percorso di guarigione, e infine quelle del processo. «Mi sento bella della mia dignità e del mio orgoglio – si legge in un estratto nella quarta di copertina –; amo il mio viso più di quanto lo amassi quand’era perfetto; lo amo perché mi sono sudata ogni piccolo, piccolissimo passo avanti per vederlo migliorare». La sua è la preziosa testimonianza di una sopravvissuta, che raccoglie il grido di dolore anche di chi non è riuscita a raccontare la propria storia di violenze e di soprusi.