Solo 22 anni al fidanzato di Fabiana, la sedicenne devastata con 20 coltellate e bruciata viva

11 Mar 2014 20:03 - di Redazione

La devastò mortalmente con 20 coltellate. E poi le dette fuoco mentre stava ancora agonizzando. Oggi i giudici del Tribunale per i minorenni di Catanzaro hanno condannato a 22 anni di reclusione Davide Morrone, il diciottenne che nel maggio del 2013 a Corigliano Calabro uccise in una maniera terribile e agghiacciante la fidanzatina, Fabiana Luzzi, di 16 anni, bruciandone poi il corpo quando la ragazza era ancora viva. La sentenza è arrivata dopo oltre tre ore di camere di consiglio, al termine della lunga, durissima requisitoria del pubblico ministero, Rita Tartaglia, che aveva chiesto, invece, la condanna a 24 anni per il giovane omicida. «Come genitore avrei voluto che l’assassino di mia figlia fosse condannato all’ergastolo», sono state le prime parole di Mario Luzzi, il papà di Fabiana. «La Procura ha svolto un lavoro encomiabile – ha aggiunto – ed è stato applicato il massimo della pena. E’ ovvio che noi come genitori non ci daremo mai pace perché nostra figlia è morta, mentre il suo assassino è vivo».
«In questi casi, infatti – ha concluso il papà della ragazza così brutalmente assassinata – la giustizia non esiste perché nostra figlia non c’è più e il suo assassino continua a vivere. Avrei preferito l’ergastolo, anche se la giustizia dei minori non lo prevede perché gli assassini non dovrebbero avere più vita, così come è avvenuto per le loro vittime».
«Non lo lascio solo. Non lo lascio in carcere – ha detto la mamma di Davide Morrone lasciando il Tribunale dei Minori, sensibilmente provata, ha poi aggiunto – è un ragazzo che sta male e che non lascerò da solo».
La tragedia era arrivata al culmine di una lite. Fabiana e Davide si erano incontrati per chiarire, così racconto il ragazzo agli investigatori nell’immediatezza del delitto, alcuni aspetti del loro rapporto. Una relazione molto travagliata che era ripresa da poco dopo un periodo di separazione. I due si erano incontrati davanti alla scuola per ragionieri che Fabiana frequentava e nelle cui vicinanze sarà poi ritrovato il corpo devastato dal fuoco e dalle coltellate. Davide Morrone raccontò che quel venerdì sera, dopo che lui era andato a prenderla a scuola, si appartarono in una strada isolata nelle vicinanze dell’istituto per chiarirsi. A quel punto esplose la lite, proprio a causa della separazione e dei contrasti che andavano avanti da tempo, e il giovane colpì la fidanzata con un coltello a serramanico che si era portato apposta.
Fabiana cercò di difendersi in tutte le maniere, lui la colpì dappertutto, sulla schiena, sull’addome, allo stomaco. Il medico legale conterà oltre 20 coltellate. Ma Fabiana era ancora viva, anche se a terra. Davide Morrone gettò quindi poco distante il coltello e lo zainetto e il cellulare della vittima e si allontanò per rifornirsi di benzina per bruciare il corpo della sedicenne.
Il racconto del ragazzo agli investigatori è sconvolgente. Tornò sui suoi passi. E Fabiana, che nonostante le 20 coltellate era ancora viva e vigile, quando vide il suo ragazzo tornare con una tanica di benzina, comprese quello che stava per succedere. Si rialzò, tentò di trascinarsi lontano, in un ultimo disperato, tentativo, cerco di strappare dalle mani del fidanzato la tanica di benzina per rovesciarla a terra. Ma le mancarono le forze. Cadde sul sentiero polveroso. E Davide Morrone versò il liquido infiammabile su di lei dandole fuoco e finendola.

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