Il Brasile di sinistra? Fa rimpiangere persino il golpe dei militari. Ed è tutto dire

18 Mar 2014 20:00 - di Gabriele Farro

L’esperienza rivoluzionaria di Lula, il presidente più di sinistra che il Brasile abbia avuto, e della sua pupilla Rousseff è stata così deludente che migliaia di brasiliani cominciano ad avere nostalgia persino del regime militare. Incredibile a dirsi, esattamente cinquant’anni dopo il golpe che dette inizio a un lungo periodo di dittatura (1964-1985), migliaia di persone hanno annunciato che sfileranno a Rio de Janeiro, San Paolo e in altre duecento città del Paese sudamericano per invocare un ritorno dei generali come “antidoto alla corruzione” che ormai ha raggiunto livelli impensabili fino a qualche anno fa. La bizzarra iniziativa – convocata via internet e che ha raccolto molte adesioni – intende ripetere la Marcia della Famiglia con Dio e per la Libertà che, il 19 marzo 1964, riunì circa 200mila persone a San Paolo. Denunciando una “minaccia comunista”, la folla all’epoca chiese la rinuncia dell’allora presidente Joao Gulart, poi deposto dall’esercito il successivo 31 marzo. «Vogliamo far costituire un governo provvisorio di tre mesi che convochi nuove elezioni, ma senza brogli», ha spiegato a “Folha de S.Paulo” l’organizzatore della Marcia, Bruno Toscano. In risposta al raduno, e come atto simbolico di protesta contro il colpo di Stato del ’64, gruppi di sinistra hanno intanto promosso a loro volta una “Marcia antifascista” a San Paolo per sabato prossimo. Sembra di tornare indietro negli anni. E la colpa è tutta del governo di sinistra, un governo esaltato dalla stampa di mezzo mondo che non ha mai tenuto conto degli errori commessi da Lula e dalla Roussef. Perché, in certi ambienti, chi è di sinistra va difeso a prescindere. E poi finisce che qualcuno rimpiange persino il golpe dei militari.

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