Negli asili di Pisapia è vietato scrivere mamma e papà: FdI protesta in piazza

10 Feb 2014 17:53 - di Guido Liberati

«Onora il padre e la madre»: hanno preso a prestito il quarto comandamento gli esponenti milanesi di Fratelli d’Italia per contestare la decisione del Comune del capoluogo lombardo di sostituire i termini “padre” e “madre” con il termine “genitore” nei moduli d’iscrizione alle scuole comunali (asili nido e materne). La scritta è apparsa così su uno striscione srotolato giù dal secondo piano della Galleria, a due passi dall’Ottagono, che ha attirato la curiosità dei passanti. «Mentre Milano affonda nei debiti, nella crisi e nell’insicurezza, la Giunta Pisapia si dedica all’ideologia e sferra un altro attacco alla famiglia tradizionale», ha spiegato l’europarlamentare Carlo Fidanza. Insieme a lui, oltre alla portavoce regionale Paola Frassinetti, hanno partecipato alla protesta anche i consiglieri comunali Riccardo De Corato e Marco Osnato. «Vogliamo far sapere ai milanesi quello che Pisapia nasconde – hanno aggiunto – è l’ennesimo attacco alla famiglia da parte di questa Giunta che sul tema ha completamente tagliato fuori il Consiglio comunale». I due esponenti di Fratelli d’Italia hanno quindi annunciato l’intenzione di richiedere una seduta urgente della commissione Educazione per affrontare l’argomento. «Si tratta di un colpo di mano di Giunta e maggioranza – ha aggiunto De Corato – che mettono l’opposizione e i cittadini di fronte al fatto compiuto. Su un cambiamento così controverso è d’obbligo discutere in Consiglio e ascoltare la città aprendo un dibattito in tutte le sedi della partecipazione democratica». La modalità del cambio (non comunicate ai consiglieri comunali) trova d’accordo tutte le forze di minoranza del centrodestra. «È umiliante per le istituzioni comunali che decisioni epocali non passino da un pubblico dibattito – afferma ad esempio Matteo Forte, consigliere di Ncd – e i consiglieri, eletti dai milanesi, apprendano dai giornali che nei moduli di iscrizione agli asili e materne si censurino mamma e papà. Darò battaglia in tutti i modi leciti – assicura Forte – per denunciare una sinistra tanto disastrosa dal punto di vista economico quanto dolosa da un punto di vista ideologico e culturale».

L’indicazione di cancellare il termine padre e madre è arrivata dal ministero dell’Istruzione e, come principio generale, si sta allargando a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale attraverso le amministrazioni di centrosinistra. Anche la giunta guidata da Matteo Renzi, a Firenze, l’altra settimana ha abbandonato i termini “padre” e “madre” per quello di “genitore” sui moduli scolastici per l’iscrizione al nido o alla mensa. Identica iniziativa a quella adottata in questi giorni dal Comune di Venezia. E la battaglia ideologica della sinistra non pare fermarsi qui.

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