Marò, annunciata la legge antipirateria ma esclusa la pena di morte: l’ennesimo pasticcio indiano è servito

5 Feb 2014 9:40 - di Redazione

Il ministero dell’Interno indiano ha comunicato alla Procura generale il proprio accordo a che nel caso dell’incidente che coinvolge i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia invocata la pena di morte. Lo scrive l’agenzia di stampa statale Pti. Il ministero, aggiunge l’agenzia, ha espresso tuttavia l’opinione che nei confronti dei due sia utilizzata comunque la legge per la repressione della pirateria (Sua Act), che nella sua formulazione automaticamente la prevede. La comunicazione, in cui il ministero ammorbidisce relativamente la sua posizione per avvicinarla a quella contraria all’uso del Sua Act (e della pena di morte) degli Esteri e della Giustizia, è stata fatta martedì durante una riunione dei vertici degli Interni con il procuratore generale G.E. Vahanvati. Adesso la «patata bollente – osserva la Pti è nelle mani di Vahanvati, che dovrebbe in tempi brevi formulare la sua opinione sulla questione». Il magistrato dovrà infatti spiegare come poter prescindere da quanto la legge anti pirateria chiaramente sostiene e cioe’ che «se una persona causa la morte di un’altra, sara’ punita con la morte».

Intanto sul caso marò si attivano le istituzioni europee: la mobilitazione del governo italiano continua a incassare importanti manifestazioni di sostegno, mentre è partito il conto alla rovescia per la nuova udienza fissata dalla Corte Suprema indiana per lunedì prossimo. Martedì è stata la volta dell’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue, Catherine Ashton, che ha assicurato all’Italia una «pressione costante» sull’India per arrivare ad una soluzione positiva di una vicenda che «rischia di avere un impatto negativo» sugli sforzi europei e mondiali nella lotta contro la pirateria. Abbiamo «serie preoccupazioni», scrive la Ashton in una lettera a Gianni Pittella e Roberta Angelilli, vicepresidenti del Parlamento Ue. Sostegno è arrivato anche dalla Germania, con l’ambasciatore in India Michael Steiner che, alla vigilia della visita ufficiale del presidente tedesco Joachim Gauck, ha chiesto di esaminare il «caso senza asperità» e avvertito che in gioco non ci sono solo le relazioni italo-indiane ma anche quelle fra New Delhi e l’Europa.

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