Libri della settimana: i tesori predati durante le guerre, una domestica molto particolare, l’Europa che verrà, i giochi di Meyrink e l’elogio della puntualità
L’arte che diventa terreno di conquista nelle guerre: la Rivoluzione francese, l’era napoleonica, il Risorgimento italiano, i saccheggi coloniali, la politica artistica di Hitler, la Guerra civile spagnola, i vizi e le virtù del grande collezionismo, la Prima e la Seconda guerra mondiale, la politica delle restituzioni dopo la fine di un conflitto. Sergio Romano spiega in che modo l’arte diventi, da desiderabile ornamento della nostra vita, anche un attributo del potere; ed è quindi inevitabilmente destinata a diventare preda, bottino, simbolo di legittimità da trasmettere e da ereditare. (Sergio Romano, L’arte in guerra, Skira, pp.84. euro 9)
Laurinda è una domestica a ore. Chiama «padroni» i suoi datori di lavoro, ma nel suo tono di voce non c’è un briciolo di provocazione. Per lei il mondo va così e non ce n’è da lamentarsene. Si dice contenta di essere vedova, è conservatrice, bacchettona, pettegola, sboccata, superstiziosa e parla con i fantasmi. Insomma, in breve, è il ritratto dell’ignoranza. Eppure, quando varca la soglia di casa dei suoi quattro padroni e inizia a parlare tutti pendono dalle sue labbra. Come Celeste, una donna divorziata che passa da un flirt all’altro. O Wanda, sposa e madre esemplare che si annoia a morte e passa il tempo a cucinare, senza rendersi conto che nessuno mangia quello che lei si ostina a preparare. Oppure Ursula, una ceramista svizzera nella cui casa affollata da quadri si muovono anime e fantasmi che solo la domestica può vedere. Un romanzo che ha ottenuto un grande successo al suo apparire in patria, Con rispetto parlando è una commedia umana scritta con grande delicatezza e senso dell’umorismo, in cui la protagonista accompagna i propri «padroni» tra fidanzamenti, divorzi, scandali e viaggi improvvisi. (Ana Nobre de Gusmao, Con rispetto parlando, Neri Pozza, pp. 368, euro 17)
La crisi finanziaria globale che, partendo dagli Stati Uniti, ha coinvolto Europa e il mondo intero ha innescato una serie di rivolgimenti sociali e politici nelle aree «calde» del Sud planetario che stanno mettendo in crisi quasi tutti gli equilibri e le utopie che hanno retto il mondo “unipolare” dopo la caduta del comunismo russo. Una serie di saggi mette a fuoco la destabilizzazione che continua a richiamare in causa la difficoltà da parte dell’Europa Unita di assumere su di sé il ruolo di attore globale, potenza di pace, mediatrice di conflitti regionali limitrofi e stimolo forte per il superamento di usurati equilibri economico-finanziari globali. (Autori vari, Credo quia absurdum. Credo nell’Europa e nella sua rinascita, Il Cerchio, pp. 94, euro 12)