Il “debutto” di Toti nella convention dei club “Forza Silvio”: «Questo governo non riconcilia il Paese con la politica»

22 Feb 2014 19:33 - di Guglielmo Federici

«Non è esattamente il governo di cambiamento che il Paese si aspettava per riconciliarsi con la politica». Scandisce così il suo giudizio gelido sull’esecutivo, Giovanni Toti, che da Milano nel corso della maifestazione dei club “Forza Silvio”, fa il  suo esordio ufficiale come

consigliere politico di Berlusconi. «Il problema non è la composizione del governo – dice – ma è il programma politico, che è il suo peccato originale. Sono le stesse forze che sostenevano Letta. È un governo fatto dal compromesso di più forze politiche con programmi diversi». A chi gli chiede della durata del governo risponde: «Renzi ha intenzione di arrivare fino al 2018? In bocca al lupo, noi stiamo all’opposizione e a noi interessa che faccia le riforme. Se si fanno le riforme e si cambia questo Paese, il governo durerà il tempo necessario». Poi gli chiedono dei “cugini” di Ncd: «Alfano? Sta al governo con Renzi così come stava al governo con Letta. La spartizione dei ministeri francamente ci appassiona molto poco, è un governo che vede anime molto diverse al suo interno, speriamo siano conciliabili per il bene del Paese».

Il 45enne ex direttore di Studio Aperto e Tg4 entra ufficialmente nella dalettica politica dopo la nomina a consigliere che seguì a una gestazione piuttosto travagliata. Sempre elegante, nonché sportivo – è appena stato messo a dieta da Silvio Berlusconi nella beauty farm che tante ironie ha suscitato – Toti è il fulcro del restyling che il leder di FI ha da tempo chiesto ai suoi, non senza fibrillazioni nella nomenklatura del partito. La sua nomina è stata abbastanza sofferta. La rampa di lancio al ruolo di consigliere politico era stata preparata con cura, con un’intervista del 22 novembre scorso al Corriere che conteneva un messaggio chiaro: «Se lasciassi i due tg non sarebbe per fare solo il capo della comunicazione», messaggio accolto a denti stretti dai dirigenti. L’unico a farsi vivo da piazza S. Lorenzo in Lucina fu Renato Brunetta, per il resto, gelo. Ricordiamo l’amarezza di Raffaele Fitto, che molto si era esposto nella battaglia contro Alfano. Un feedback che suggerì al Cav di non forzare i tempi. Ecco perché il suo “lancio” – che era previsto entro l’8 dicembre scorso per rinfrescare l’immagine del partito in funzione anti-Renzi – rimase per un po’ in stand by. I rumors all’epoca dicevano che Toti sarebbe restato in redazione ancora un po’. Si suppose che Toti puntasse prima a una legittimazione sul piano del consenso, candidandosi alle Europee, e poi, da eurodeputato, muovere i primi passi nel “sistema” berlusconiano. Non è andata così, come sappiamo, e alla fine di gennaio il Cav, sempre estemporaneo, sciolse alcuni nodi politici sull’organizzazione interna di Forza Italia, non solo nominando Toti consigliere politico per il programma, ma rinnovando anche altre cariche interne. Pochi giorni dopo al Corriere della Sera Toti dichiarò«Non me ne frega niente degli incarichi, di fare il segretario o il coordinatore unico: mi interessa esserci quando Berlusconi chiede di far entrare aria fresca in un partito che deve competere con il Pd, che il suo cammino di rinnovamento lo sta facendo a grandi passi». Oggi nella convention dei club “Forza Silvio” ribadisce la linea di FI sul governo Renzi: «Speriamo prosegua in quel cammino di riforme che abbiamo firmato anche noi, a partire dalla legge elettorale». Si espone sul nuovo ministro della giustizia, lui che da direttore aveva sempre firmato accesi editoriali sul tema: «lo vedremo alla prova dei fatti. Spero che riesca a fare quello di cui il paese ha bisogno, ovvero riformare la giustizia, lo chiediamo da anni. Se sarà in grado di farlo, anche su questo avrà il nostro convinto appoggio, se no ne prenderemo atto».

 

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