Grillo sempre più pesante: «Renzi è come Al Capone, un boss senza scrupoli. Napolitano ci risparmi le prese per il c…»
Pesante nel linguaggio, corrosivo nella scelte degli aggettivi, immaginifico nei paragoni storici, ma efficace. In tanti, anche tra le file dei più fieri oppositori dei Cinquestelle, stavolta concordano con il j’accuse di Grillo. «Il nuovo boss non è Al Capone, ma un carrierista senza scrupoli, in arte Renzie, buon amico di Berlusconi, di Verdini e di gente che avrebbe fatto paura ai gangster del proibizionismo» è uno dei passaggi del post intitolato Il giorno di San Valentino, in cui si paragona la strage degli irlandesi del 14 febbraio del 1929 a Chicago a quella dei «lettiani, almeno di quei pochi che non si sono riconvertiti al nuovo padrone vendendogli anche il culo». Nel mirino l’operazione staffetta costruita dal segretario del Pd (che parla con solennità di «cambiamento radicale») dopo aver logorato l’amico Enrico, fino a costringerlo alle dimissioni di oggi, per sedersi a Palazzo Chigi senza preoccuparsi di “consultare” la volontà popolare. «Se Al Capone ottenne il controllo del mercato degli alcoolici, Renzie otterrà quello delle nomine delle aziende di Stato, come Eni, Enel, Finmeccanica e Terna che scadono tra due mesi. Dei luoghi dove risiede il potere reale. Letta e Renzie sono dei prestanome, utili a chi li ha sostenuti e li sostiene. Marionette. Il Parlamento e lo stesso governo sono un’illusione ottica e il Quirinale una monarchia». Nel mirino anche il capo dello Stato, nemico giurato dei pentastellati che hanno avanzato la richiesta di impeachment bocciata dalla Giunta. «Ora Napolitano darà via al rito delle consultazioni che dovrebbe per decenza risparmiarci. Un’immensa presa per il culo» perché è chiaro che è già tutto pronto come avvenne all’indomani delle dimissioni di Berlusconi. «Ora Napolitano sceglierà Renzi – scrive ancora Grillo – come ha fatto per Monti e per Letta, ignorando il Parlamento, la Costituzione e la volontà degli italiani per la terza volta». Del resto le credenziali del sindaco di Firenze – aggiunge – «sono ottime. Oltre ad essere un bugiardo incallito, lo vogliono le banche, la Confindustria, De Benedetti, Scaroni, la finanza. Un perfetto uomo di sinistra». E non è un caso se oggi la Borsa di Milano corre insieme all’ex rottamatore. Come Grillo anche Sel. «La prima carta di Renzi che abbiamo già vista è orribile, una lotta brutale per il potere, non sento profumi di svolta, nulla che profumi di sinistra», dichiara Nichi Vendola. Il capo dello Stato, che attenda Letta dimissionario per le 16, non fa trapelare una sola parola. «Buona giornata, oggi c’è il sole…» è tutto quello che dice ai cronisti che gli chiedono se sia preoccupato per le sorti dell’Italia.