Vendola: «Siamo pronti ad allearci con il Pd, ma…». Il renziano Bonaccini accolto dai fischi al congresso di Sel
La scena è stata tutta per il segretario Nichi Vendola anche se nel pomeriggio di oggi è previsto l’intervento di Matteo Renzi (ma non è cdetto che si presenterà, anzi la sua partecipazione è in forse) che oscurerà l’evento per concentrare i riflettori sul suo verbo salvifico. Parliamo del secondo Congresso di Sel che si è aperto ieri al Palacongressi di Riccione tra le immagini del Che e la storica foto de il manifesto con il neonato a pugno chiuso e la scritta “la rivoluzione non russa”. «La fine della diversità berlingueriana – ha detto il presidente della Regione Puglia – ha aperto le porte all’ascesa della normalità berlusconiana, e qui siamo. E il veleno è entrato anche in casa nostra». Accusato dalla base di essere troppo appiattito su Renzi, Vendola ha tratteggiato le prossime mosse di Sinistra e Libertà a cominciare dalle europee. L’alleanza con i democratici non è in discussione. «Non va mai più confusa alleanza con confluenza. Il mio destino e quello di Sel non è il Pd – ha spiegato – ma costruiremo un’alleanza sulla base di un’idea chiara di innovazione della società».
Quanto alla corsa delle Europee spiega: «Possiamo andare con il nostro simbolo ma non siamo neppure ammalati di boria di partito. Se ci sono le condizioni per un allargamento e un’ apertura, ci saremo. Non ho mai lavorato con l’orizzonte della bottega». Poi ha affrontato apertamente la paura delle paure: il rischio di “riconsegnare” l’Italia alla destra e si è rivoldo direttamente al segretario del Nazareno: “Caro Matteo”, l’abbraccio con il Caimano è una maledizione per la sinistra moderata che ne esce sempre smontata. E ancora: «Mi pare che la strada dell’Italia sia stretta perché è molto grande il rischio che la sinistra per l’ennesima volta offra al berlusconismo gli strumenti del riposizionamento e della speranza di vittoria. Il modo in cui ci si avvicina alla materia elettorale è per me abbastanza sconvolgente». Il riferimento è, ovviamente, alla legge elettorale targata Renzi. «Ci troviamo di fronte al combinato disposto di un abnorme premio di maggioranza e di altissime soglie di sbarramento. Questa è l’ingordigia dei grandi partiti. Il modello Italicum è un sistema elettorale fortemente lesivo del pluralismo politico, ed è per Berlusconi un calcolo interessato; da parte di Renzi è una miopia». Il primo a commentare le parole del leader di Sel, non a caso, è stato ieri Goffredo Bettini. «La ricerca di Vendola di una sinistra innovativa dovrebbe contribuire ed alimentare un solo grande campo democratico. Su questioni importanti come la legge elettorale rimangono distanze che però si possano accorciare».
Bettini la fa troppo facile. Oggi il renziano Stefano Bonaccini, membro della segreteria del Pd, è stato accolto dai fischi. Prendendo la parola si è rivolto ai congressisti chiamandoli “compagni e compagne”. Immediato si è levato il grido: “Buffone, buffone…”.