Tra mini-Imu e Tasi italiani nel caos, ma Fassino non si accontenta e chiede più soldi per i Comuni

13 Gen 2014 19:44 - di Redazione

«Per effetto di un pasticcio normativo senza precedenti, il prossimo 24  gennaio molte famiglie italiane si troveranno a dover pagare la cosiddetta mini-Imu, decisa solo il mese scorso dal governo, in quei Comuni le cui amministrazioni avevano stabilito per il 2013 un’aliquota superiore al 4 per mille fissato dallo Stato».  A denunciarlo  Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia alla Camera.  «Quella famosa Imu sulla prima casa che il presidente del Consiglio in persona si era impegnato ad abolire completamente e che, invece, dopo mesi di tira e molla finiremo per pagare. Un voltafaccia che ha della beffa. Un’altra promessa fiscale non mantenuta, dopo l’aumento dell’Iva». «Ma oltre alla beffa della mini-Imu – prosegue la nota politica di Forza Italia – il governo negli ultimi giorni ha scritto un vero e proprio danno fiscale, che costerà più di 1 miliardo di euro a famiglie e imprese, secondo calcoli della CGIA di Mestre. Si tratta della Tasi, la nuova tassa comunale sui servizi indivisibili appena introdotta dalla Legge di stabilità». Il paradosso? «Appena introdotta e il governo già la vuole modificare. La Tasi sulla prima casa salirà così dal 2,5 per mille al 3,3 per mille, e sulle seconde case Imu + Tasi passeranno dal 10,6 per mille all’11,4 per mille. Aliquote più alte addirittura di Monti, che con le tasse sulla casa aveva battuto tutti i record nel 2012. E non è detto che finisca qui – avverte Il Mattinale – perché con questo governo le sorprese dell’ultimo minuto sono sempre possibili. Tocca poi ai cittadini correre a pagare».

Il risultato per i cittadini? A poco più di dieci giorni dalla scadenza del 24 gennaio, da cui il governo non intende muoversi, gli uffici dei Caf sono letteralmente presi d’assalto. I proprietari chiamati a pagare negli oltre 2.300 Comuni che hanno alzato l’aliquota nel 2013 sono infatti 10 milioni. E moltissimi di loro si stanno rivolgendo ai centri di assistenza fiscale per calcolare l’importo da versare, che in media si attesta, secondo le stime dei centri di assistenza – sui 40-42 euro. Il tempo rimasto non è molto e i Caf sono il primo interlocutore a cui ci si rivolge, soprattutto in momenti di confusione come questo. Acquisite le delibere e preparati i software il calcolo non è difficile, ma il disorientamento è determinato soprattutto dalle molte ipotesi, tira e molla e complicazioni sulla casa che si sono susseguiti negli ultimi mesi e settimane. Di difficoltà non ne mancano e la più lampante, osservano ai centri di assistenza, riguarda il tetto sotto il quale la mini-imposta non è dovuta. Il tetto ufficiale è fissato a 12 euro, ma ogni Comune ha avuto la facoltà in questi mesi di modulare la soglia a propria discrezione. Anche sulla Tasi è del resto ancora atteso l’emendamento che permetterà ai Comuni di alzare l’aliquota 2014 fino a un massimo dello 0,8% per consentire le detrazioni a favore delle famiglie più deboli. L’aumento dell’aliquota, è tornato a denunciare il presidente dell’Anci, Piero Fassino, è però insufficiente perché copre le detrazioni, ma non il mancato gettito per i Comuni, pari a un miliardo. L’Anci su questo ha avviato una vera e propria offensiva parlamentare, con una lettera scritta da Fassino a tutti i Senatori. Parole che hanno scatenato le ire di Confedilizia che definisce i Comuni «famelici» chiedendo la convocazione di un tavolo di garanzia.

 

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