Stravaganze comuniste: nel ’67 Breznev mobilitò mezza Urss per rifare il vestito alla mummia di Lenin

21 Gen 2014 19:49 - di Redazione

Pur essendo il padre della rivoluzione bolscevica e la guida dello “Stato dei lavoratori” e del proletariato internazionale, Lenin  aveva un debole per le cose raffinate: dalla Rolls Royce su cui viaggiava ai vestiti, in genere di pregiate lane straniere. Ma forse non avrebbe mai immaginato che 43 anni dopo la sua morte l’Unione Sovietica da lui fondata avrebbe mobilitato tutte le sue migliori risorse ed energie per rifare quel panciotto e quell’abito ormai consunti che la sua mummia indossava da troppo tempo nel mausoleo della piazza Rossa. Nel 1967, in vista delle celebrazioni del 50/anniversario della rivoluzione d’ottobre, l’Urss di Leonid Breznev mise a dura prova centinaia di operai, diverse fabbriche tessili e istituti di ricerca, che lavorarono quasi un anno in infinite sperimentazioni per ricreare tessuto, colore e usura del tempo di quegli abiti. Un lavoro ”epico”, come ha confidato al tabloid Komsomolskaya Pravda Liudimila Antonova, della filiale di Samara dell’Archivio russo statale, che ha declassificato alcuni documenti consentendo di svelare l’inedito retroscena, nel giorno del 90/mo della morte di Lenin. Inizialmente, l’istituto centrale di ricerca scientifica sulla lana decretò che era impossibile rifare un vestito identico usando materiale e macchinari made in Soviet Union: Lenin indossava infatti lussuosi capi in lana di capra, tessuta in Inghilterra. La conclusione scientifica, in quegli anni, non mancava di coraggio, equivalendo al riconoscimento di una certa inferiorità industriale rispetto all’Occidente capitalista da parte di un Paese che sei anni prima aveva mandato il primo uomo nello spazio. Per questo i vertici dell’Urss si impuntarono e ordinarono che la missione fosse comunque compiuta a tutti i costi. Così  l’istituto sperimentò decine di differenti tipi di lana finch gli scienziati sovietici non svilupparono una speciale combinazione di lana Angora russa e lana importata dalla Nuova Zelanda. Non era che l’inizio. Poi fu necessario trovare il colore originale del vestito.

L’impresa richiese oltre 700 differenti tentativi, coinvolgendo mezza industria tessile del Paese, mettendo sotto migliaia di operai e utilizzando un ettaro di stoffa prima che questo lavoro di alta sartoria fosse concluso con successo. Non mancò neppure uno speciale trattamento per conferire all’abito la patina del tempo. Alcuni campioni di questa stoffa sono conservati nell’archivio di Samara. E Lenin, oggi, indossa ancora quel vestito frutto di sterile tenacia sovietica.

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