Spagna, il centrodestra cresce e lascia al palo i socialisti. Usa, Obama scivola sempre più giù
Nell’Italia reduce di Monti e governata da Letta non si esce dal tunnel e le famiglie si sentono condannate alla politica di “lacrime e sangue”. Nella Spagna che ha detto addio a Zapatero per dare le redini al centrodestra la crisi viene invece colpita al cuore e il Partido Popular continua a crescere nei sondaggi, staccando i socialisti. Secondo i i pareri raccolti da Sigma Dos e pubblicato da el Mundo, se si andasse oggi alle urne, il Pp otterrebbe il 33,3% dei consensi (+2,7% da novembre), restando naturalmente lontano dalla maggioranza assoluta col 44,6% ottenuto alle elezioni generali del 2011, ma sempre dell’8,9% avanti al Psoe, che registra il peggiore risultato di sempre: un 24,4% dei voti. Ascesa dei partiti minoritari, come il costituzionalista Union para el Progreso y la Democracia (UPyD) e la coalizione di sinistra Isquierda Unida (Iu), che otterrebbero rispettivamente il 14,7% e il 9,8% dei voti, raddoppiando dalle ultime politiche. Dal risultato del sondaggio esce indebolito il tradizionale bipartitismo spagnolo. Cattive notizie anche per i progressisti d’Oltreoceano: sondaggi quasi da incubo per i democratici a meno di un anno dall’appuntamento cruciale del voto cosiddetto di medio termine: i repubblicani oggi sono in vantaggio di cinque punti percentuali, con il 49% contro il risicato 44% del partito di Obama. I dati della Orc per la Cnn, registrano nelle ultime settimane un ribaltamento della situazione: a ottobre i democratici erano avanti di otto punti, con il 50% e il Grand Old Party indietro con il 42%. Un segno evidente che l’effetto dello shutdown, patito duramente dalla destra, è stato ampiamente assorbito e anzi dimenticato alla luce della catastrofe del sito della Obamacare, il cui caos ha fatto piombare ai minimi storici la popolarità non solo di Obama, ma anche del suo partito. Al voto di novembre manca quasi un anno, tantissimo per la politica americana. Tuttavia, se i numeri dovessero rimanere questi, allora Obama, nei suoi ultimi due anni alla Casa Bianca rischia di perdere la maggioranza non solo alla Camera, ma anche al Senato. Il presidente infatti pochi giorni fa ha registrato un indice di gradimento del 41 per cento, 14 punti in meno rispetto a gennaio e in linea con il record negativo stabilito un mese fa dalla stessa Cnn. Quattro americani su dieci, a quanto si apprende, disapprovano Obama perché è troppo liberal.