Siria, alla conferenza di Ginevra partenza in salita. Le differenze tra le parti restano incolmabili
La prima sessione di negoziati a Ginevra sulla Siria «non è arrivata ad alcun risultato concreto». Lo ha detto il ministro degli Esteri siriano Walid Muallim in una conferenza stampa nella città svizzera. Il ministro Walid Muallim, a capo della delegazione del governo ai negoziati di Ginevra 2, ha affermato che la mancanza di risultati è stata causata da queste ragioni principali: l’assenza di maturità della delegazione dell’opposizione, le minacce di implosione e il clima di tensione imposto dagli Stati Uniti. Leggermente più diplomatica la versione del mediatore internazionale: «È stato un inizio modesto ma può costituire una base sulla quale costruire». Lo ha annunciato il mediatore sulla Siria Lakhdar Brahimi a chiusura della prima tornata tra le due parti a Ginevra. «Le differenze tra le due parti restano ampie, nessuno pretende il contrario. Tuttavia, durante le nostre discussioni ho osservato una piccola dose di base comune, probabilmente più di quanto le parti si rendano conto o ammettono», ha detto Brahimi rendendo nota una prima valutazione personale in dieci punti, tra i quali l’impegno di entrambe le parti a «discutere la piena applicazione del comunicato di Ginevra per raggiungere una soluzione politica in Siria». I delegati di Damasco sono piuttosto critici: «La delegazione delle opposizioni in esilio presenti a Ginevra, non appaiono essere composte da siriani e non sono partner per costruire la Siria del futuro», ha ancora detto il ministro al Muallim, che ha proseguito: «Questi oppositori sembrano completamente sconnessi con quello che succede in Siria», aggiungendo che «non esiste un’opposizione siriana moderata, ci sono solo terroristi estremisti islamici». Infine, i soccorsi umanitari nella città vecchia di Homs non possono arrivare ai civili per colpa degli uomini armati che tengono in ostaggio la zona, ha reso noto il ministro degli Esteri siriano.