Saldi! Entri in mutande e ti vesti gratis. È l’ultima follia della pubblicità anti-crisi

4 Gen 2014 13:56 - di Gloria Sabatini

Ottima la regia pubblicitaria, pessima l’esecuzione. Si potrebbe riassumere così la trovata di Desigual, la marca di abbigliamento spagnola frizzante e colorata, che oggi ha sbancato sul tavolo delle notizie curiose con la sua singolare (e volgarotta) campagna-sconti. Al primo giorno di saldi ha messo in palio vestiti gratis per i primi 100 clienti arrivati seminudi alla meta (l’emporio di via del Corso a Roma, per esempio). Così in tanti si sono messi in fila (la ventenne Sabrina ha praticamente passato la notte della vigilia davanti all’ingresso) pur di essere tra i primi “fortunati” che questa mattina alle otto precise, coperti solo di biancheria intima, sono riusciti a varcare la soglia del negozio Desigual e aggiudicarsi un completo in regalo: si entra in mutande e si esce vestiti dopo aver scelto frettolosamente (mezz’ora di tempo) una gonna o un pantalone e una maglietta.  Stesse scena a Barcellona, Madrid, San Sebastian, Berlino, Londra, Parigi, Amsterdam, Lisbona.

Le foto mostrano un’umanità a dir poco variegata: dalla signora sovrappeso con intimo leopardato alla teenager che sfoggia un fisico da modella, dal palestrato tutto tatuaggi che sbircia le forme della vicina fino alla tipa alternativa con la sigaretta e l’aria di chi si trova a passare di lì per caso. Visibilità assicurata per la briosa marca di abbigliamento very fashion, ma a quale prezzo? Un’ignobile sfilata di cattivo gusto, e il moralismo bacchettone non c’entra, che non ha nulla a che fare con la crisi e i portafogli vuoti. Una carrellata di esibizionisti di professione che, pur di finire tra le foto del giorno, si sono fatti immortalare ciccia, muscoli e sederi nell’atto di indossare (e poi portarsi a casa a costo zero) il kit del momento. Se “i colori e i motivi di Desigual ti daranno sempre il buon umore”,  recita uno spot del marchio fondato nel 1984, le immagini di oggi che impazzano sulla rete mettono invece una grande tristezza. Come polli d’allevamento sotto l’occhio vigile del Grande Fratello. È la pubblicità, bellezza.

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