Preso a Copenaghen il maniaco di Bologna, è un rumeno ventisettenne con la passione per Arancia Meccanica
Truccato e vestito come Alex DeLarge, il protagonista di Arancia Meccanica, lo stesso cappellino a bombetta in testa, la stessa mazza da baseball fra le mani. Cesarin Robert Tivadar, rumeno, 27 anni, si affaccia così da una delle tante foto che illustrano il suo profilo su Facebook. E’ lui il maniaco seriale che ha terrorizzato per giorni le donne bolognesi e che ha molestato almeno 2 ragazze delle 4 che si sono rivolte alla polizia mettendo loro le mani addosso e cercando di violentarle in pieno giorno e in luoghi tutto sommato centrali.
Lo hanno arrestato ieri in Danimarca gli agenti della polizia locale coadiuvati dai colleghi bolognesi della Mobile dopo una serie di accertamenti che hanno riguardato, fra l’altro, le telecamere delle strade dove erano avvenute le molestie e l’analisi della scheda telefonica e delle celle radio. La svolta è arrivata con la perquisizione a casa della madre: qui sono stati trovato un paio di stivaletti neri, bassi e un cappotto nero tre quarti, ritenuti compatibili con quelli indossati dall’aggressore, descritti dalle vittime e ripresi dalle telecamere.
La donna è stata sentita dalla polizia, così come un amico, italiano, del romeno che, ad un certo momento dell’indagine, pare abbia provato ad avvisarlo che a Bologna era possibile che lo stessero cercando.
Il giovane, che ha i capelli castano chiari e non biondissimi come, invece, lo raffigurava l’identikit diffuso anche sui media, si trovava a Copenaghen in una stanza, all’ottavo piano di uno studentato, che condivide con altri due ragazzi quando i poliziotti lo hanno fermato contestandogli l’aggressione e la violenza alle due ragazze bolognesi.
Nel primo caso la vittima, una ragazza di 30 anni, venne spinta contro il portone e l’aggressore tentò di abbassarle i pantaloni. Nel secondo la ragazza, appena ventunenne, fu assalita in un atrio condominale, presa a schiaffi e a pugni pesantemente palpeggiata. Il molestatore la buttò in terra e provò a baciarla. Fuggì quando la madre della giovane, attirata dalle grida, si affacciò sulle scale.
In entrambi i casi c’erano stati pedinamenti. Nel secondo in ordine di tempo, ma il primo denunciato, la vittima, una barista, dopo aver riaccompagnato a casa un’amica si accorse di essere seguita. Osservandolo meglio, riconobbe un ragazzo che aveva già visto nel locale dove lavorava e in altri del centro. In precedenza, anche alcune sere prima, il giovane aveva tentato approcci.
In seguito anche l’altra vittima, dopo che era stato diffuso l’identikit e si parlava di tre casi, si era decisa ad andare in questura a riferire l’aggressione subita.
Le indagini si orientarono allora su alcuni locali della zona universitaria e gli investigatori della Mobile diretta da Pietro Morelli si sono infine concentrati sullo studente, notato perché era stato visto più volte avvicinarsi in modo invadente alle ragazze. A questi riscontri si sono aggiunte immagini dei sistemi di videosorveglianza che avevano ripreso entrambi i pedinamenti. Mostrata la foto del sospettato, è stato riconosciuto con certezza dalla 21enne, dall’amica e da un dipendente del locale.
Si è così ricostruito che l’uomo era tornato in Danimarca, il 16 gennaio mentre dal 19 dicembre era stato a Bologna per le feste natalizie, a trovare la madre che abita lì. Ma più indizi e riscontri, anche sulla scheda telefonica, hanno accertato la sua presenza nella zona, nella notte tra il 10 e l’11. Dopo le scuole superiori, fatte in Emilia Romagna – Cesarin Robert Tivadar ha un documento d’identità rilasciato a Bologna nel 2012 – il romeno era stato , per un periodo di studio universitario a Londra, dove probabilmente ha preso l’accento anglofono descritto dalle vittime. Stava ora frequentando un master post laurea in turismo.
Le foto e i video con i quali ha illustrato la sua pagina di Facebook, oltre a quella in cui sembra essere a una festa mascherato da Alex DeLarge, ritraggono non solo Tivadar in luoghi di
mare o di vacanza, altri in locali notturni con ragazze attorno, video si riferiscono a serate in discoteca a Ibiza ma anche foto che, lette oggi, fanno certamente riflettere: c’è uno scatto che mostra i classici nastri gialli con la scritta “Crime Scene”. In un’altra ancora, il rumeno si è fatto fotografare mentre indica un fondoschiena femminile, indossando enormi occhiali da sole gialli. Tra le altre immagini, anche Sharon Stone nella famosa scena in cui accavalla le gambe nel film Basic Instinct. E Paul Walker, l’attore di Fast & Furious morto a fine novembre in un incidente stradale.
Motivando l’arresto con l’accusa di violenza sessuale e lesioni, di Tivadar, pur se incensurato, il gip Francesca Zavaglia cita «il pericolo concreto che l’indagato commetta delitti della stessa specie di quelli per i quali si procede». Questo è «è desumibile – sottolinea il gip – dalla modalità e gravità della condotta e dal carattere seriale del crimine, commesso ai danni di vittime indiscriminate e foriero di elevato allarme sociale. Verosimilmente proprio la consapevolezza dell’occasionale presenza nel Paese ha fornito all’indagato ancora maggiore spregiudicatezza e senso di impunità».
L’ autore dell’articolo, dopo aver rappresentato in forma sgrammaticata i fatti, ha preso il sacchetto della punteggiatura che, com’e’ noto, si trova accanto a quello dei coriandoli e lo ha svuotato (agitandolo sopra al commento stesso), in maniera del tutto casuale.