Le bollette di luce e gas le paga il Comune. Ma solo se sei un rom

18 Gen 2014 17:40 - di Antonio La Caria

Ai cittadini comuni la mini Imu, la Tares, la tassa sulla spazzatura e chi più ne ha più ne metta. Ai nomadi, invece, sussidi a pioggia e e forniture elettriche e del gas gratuite. Succede (anche) a Vicenza dove il Comune ha deciso di farsi carico delle bollette insolute di alcune famiglie nomadi, scatenando le proteste dei partiti di opposizione. In tre anni sono stati versati 125mila euro per pagare le bollette insolute alle famiglie nomadi, con un ultimo intervento economico costato quasi 60mila euro. Uno schiaffo a quei cittadini a cui è stata staccato l’allacciamento di luce e gas perché erano in ritardo con le bollette. Nel mirino dell’opposizione ci sono il sindaco Achille Variati (Pd, ex Margherita) e i suoi assessori che premiano e aiutano «coloro che si comportano meno bene degli altri, come i nomadi e gli stranieri che delinquono, mentre il cittadino normale, che magari ha perso il lavoro o non ha i soldi per mangiare, non viene aiutato nè ascoltato. A questo punto meglio aprire uno sportello dedicato proprio alle persone a cui sono stati staccati i fili di luce e gas».

Il buonismo sui rom è zeppo di contraddizioni. Basta dare uno sguardo alle notizie che ogni giorno si trovano sulle cronache. La Guardia di Finanza ha certificato che in provincia di Venezia quattro italiani di etnia Rom tra il 2004 e il 2012 hanno venduto ben 500 auto di lusso senza mai presentare lo straccio di una denuncia dei redditi, se non in un caso per soli 15mila euro. Nullatenenti che hanno eluso il fisco per 31 milioni e, nel contempo, hanno costruito due ville a Salzano (Venezia) e a Mirano, mentre una è in fase di ultimazione a Cessalto (Treviso). Le Fiamme Gialle hanno ricostruito 12 anni di giri illeciti di denaro. Meglio tardi che mai. Ma nel frattempo questi signori hanno goduto di ogni serie di agevolazioni, in barba a quanti la mattina si alzano alle 5,30 per andare a lavorare e incassare stipendi dell’ordine di 1.300 euro al mese su cui pagano regolarmente le tasse e qualche volta subiscono anche accertamenti fiscali.

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