Indagato per omicidio colposo l’anziano alla guida del Suv piombato dentro una banca di Velletri

3 Gen 2014 20:47 - di Redazione

È indagato per omicidio colposo l’uomo di 85 anni che stamattina con il suo Suv ha sfondato la vetrina di una banca a Velletri, nella centrale piazza Cairoli, uccidendo una donna di 70 anni e ferendo altre cinque persone. Le indagini sono condotte dai vigili urbani, che sono stati i primi a intervenire dopo l’incidente e che nel pomeriggio hanno nuovamente sentito l’uomo, rimasto illeso. Le cause dello schianto restano ancora da chiarire. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un errore nell’innestare la marcia del mezzo, che ha il cambio automatico, forse durante una manovra di parcheggio, anche se non è stato ancora stabilito se in entrata o in uscita. Ad avvalorare questa ipotesi ci sono le testimonianze e c’è anche il fatto che sul cruscotto del Suv c’era un tagliando per disabili e che l’incidente è avvenuto a ridosso di un parcheggio riservato. Ricostruita tramite le testimonianze anche la sequenza dell’impatto, che poteva avere conseguenze ancora più drammatiche: il Suv, dopo aver divelto e piegato il vetro antisfondamento della banca, ha travolto una fila di sedie sulle quali si trovavano alcuni clienti, investiti prima dalla vetrata e poi dall’auto. Maggiori dettagli, però, sono attesi dalle riprese delle telecamere di sicurezza della banca, ora la vaglio degli investigatori. E mentre la cittadina alle porte di Roma non riesce a capacitarsi dell’avvenuto, la vicenda porta con sé riflessioni e polemiche sulle modalità di rinnovo della patente agli anziani. «Anche mio marito è anziano, ha 81 anni, ma non se ne va in giro con macchine come quelle», ha detto la moglie di uno dei feriti, un uomo che aveva appena ceduto il proprio posto alla donna poi rimasta uccisa. «Siamo tutti sotto choc. Era andata a ritirare la pensione, come ogni mese, e ora non c’è più», ha detto la nipote della vittima, mentre un altro nipote, stravolto, prendeva a pugni il muro. «Ma come è possibile che accadano disgrazie come queste?», è stato poi lo sfogo di un’altra parente. Secondo l’Asaps, l’associazione sostenitori della Polstrada, però, se si possono prevedere limiti, non si può semplicisticamente puntare l’indice contro le patenti “over”. Da un recente studio dell’associazione sulla patente a punti, infatti, si evince che fra gli oltre 35 milioni di patentati il prelievo medio è stato di 1,623 punti per ogni conducente, che diventano 3,65 fra i conducenti con età fino ai vent’anni, mentre per i patentati ultrasettantenni il punteggio medio per conducente scende a 0,890. «Come dire – ha spiegato il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni – che fra gli anziani la prudenza è maggiore o che si circola meno». Da qui una proposta che cerca di coniugare la riduzione dei fattori di rischio con la necessità per gli anziani di continuare a guidare. Prima di tutto, l’associazione esorta un «ruolo attivo» dei medici di famiglia per verificare e segnalare i casi in cui è meglio non concedere il rinnovo. Poi invita a rivedere la normativa sull’assunzione di farmaci che potrebbero incidere sulle capacità cognitive. Soprattutto, propone di valutare la possibilità di concedere patenti con limitazioni temporali (come, per esempio, il divieto di guidare di notte), geografiche (come la prescrizione di rimanere nell’ambito del Comune o della Provincia) e di mezzo (escludendo la possibilità di condurre alcune categorie di veicoli).

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