In Campidoglio vietato parlare di famiglia? A rischio per la seconda volta un convegno in Protomoteca

13 Gen 2014 20:21 - di Redattore 89

Vietato parlare di famiglia in Campidoglio. A giudicare dalla reazione al convegno “Ideologia del gender: quali ricadute sulla famiglia?”, si direbbe che questo sia il diktat che il circolo di cultura omosessuale Mario Miele vorrebbe imporre alla Capitale. L’incontro è in programma per il 31 gennaio, nella sala della Protomoteca. A promuoverlo è l’associazione Famiglia Domani, con il sostegno della consigliera comunale del Nuovo Centrodestra Lavinia Mennuni, che è stata delegata del sindaco Alemanno alle Pari opportunità e ai rapporti con il mondo cattolico e prima ancora responsabile dell’ufficio famiglia di Alleanza nazionale a Roma. Non una pericolosa estremista, dunque, ma una persona che si occupa di politiche di genere, associazionismo e famiglia da anni e a livello istituzionale. Non importa, perché quella a cui partecipa, secondo il presidente del Mario Mieli, Andrea Maccarrone, è a prescindere un’iniziativa «che ha il solo scopo di seminare odio e fare disinformazione sulle istanze della comunità Lgbt». Per questo, a prescindere, va vietata. Il colpo è già riuscito una volta, con l’avallo dell’amministrazione Marino. Il convegno, infatti, era già stato programmato per il 3 dicembre. Si disse che avrebbe dovuto avere anche il patrocinio del Comune, ma il Campidoglio ci tenne a far sapere che «non ha concesso e non concederà il patrocinio al convegno “Ideologia del Gender: quali ricadute sulla famiglia?”». Nello stesso giorno, il Comune assegnò la sala della Protomoteca a un’iniziativa sull’autismo, nell’ambito della Giornata mondiale della disabilità. Una mossa “furbetta” anche per l’odiosa competizione che creava tra soggetti impegnati nel sociale. Famiglia Domani fece un passo indietro, nonostante la sua richiesta al Gabinetto del sindaco fosse di un mese precedente a quella per la Giornata della disabilità. «Non credo che la concessione di uno spazio pubblico a disposizione di tutti i romani debba essere sottoposto alla censura preventiva della maggioranza che sostiene il sindaco Marino», disse allora la Mennuni, che oggi, di fronte a questo nuovo tentativo di alzare un muro, spiega di trovare di «una gravità estrema che si stia giungendo al punto di dire che non si può parlare di un tema che comunque è di strettissima attualità». La Mennuni ricorda la legge sull’omofobia in discussione in Parlamento e l’istituzione del registro delle Unioni civili di Roma che proprio oggi ha ottenuto il via libera in Commissione. «Il Campidoglio – aggiunge la consigliera – è la casa di tutti i romani, se un consigliere comunale ritiene di chiedere la sala per un convegno che è di interesse del mondo dell’associazionismo, che vuole parlare, approfondire, confrontarsi, è grave che si ritenga anche solo di pensare di non consentire quell’incontro. Questo dimostra che non c’è apertura, ma che c’è chiusura. Per questo respingo al mittente tutte le contestazioni che vengono mosse con un atteggiamento che, sinceramente, mi sconcerta».

 

 

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