I libri della settimana. La scuola e Bottai, i dubbi sull’ideologia gender, le sovrane più amate e la narrativa di Steinbeck e Helprin

27 Gen 2014 16:21 - di Renato Berio

La scuola media unica? Fu un’intuizione della Carta della Scuola di Giuseppe Bottai, approvata nel 1939 dal Gran Consiglio. Dopo la riforma Gentile, fu il tentativo più avanzato di modernizzare l’istruzione pubblica che il regime fascista abbia elaborato. Destinata a restare inattuata per gli eventi bellici, la Carta presenta un impianto legislativo sintetico, strutturato in ventinove dichiarazioni concise. Particolare attenzione è posta alla preparazione tecnica e professionale delle classi popolari: l’aumento delle specializzazioni in settori fino ad ora rimasti fuori dal circuito formativo, come le arti grafiche, la pratica commerciale, la lavorazione del vetro. Mestieri che si potevano imparare a bottega, diventano corsi di apprendistato nelle scuole e di perfezionamento per adulti lavoratori. (Daniela Pasqualini, Giuseppe Bottai e la Carta della scuola, Solfanelli, pp. 144, euro 12)

Perché è conveniente l’uniformità sessuale? Cosa si nasconde dietro l’ideologia della nuova sessualità? Se lo chiedono Enrica Perucchetti e Gianluca Marletta in uno studio coraggioso e di sicuro controcorrente, Unisex. La creazione dell’uomo senza identità (Arianna editrice, euro 9,80). Scopo degli autori è quello di cercare di comprendere perché, al giorno d’oggi, si voglia intervenire e rimodellare l’immagine stessa dell’uomo, per imporre una concezione della sessualità ideologica e avulsa da qualunque retaggio “naturale”: un processo, questo, che, nelle sue forme più estreme, sembra destinato a sfociare nel modello di un “uomo artificiale”, un vero e proprio transumanesimo.

È solamente di recente che la storiografia si è realmente interessata al ruolo delle donne come regnanti. Il tema è affrontato nel libro Regine per caso. Donne al governo in età moderna di Cesarina Casanova (Laterza, pp. 248, euro 19). Considerate a lungo un sesso ‘debole’ per natura e dunque inadatto a governare imperi o paesi, le donne hanno in realtà avuto una lunga e importante storia come sovrane. Sarà soprattutto a partire dal 1500 che il potere si tingerà di rosa con alcuni casi eccelsi di regnanti donne. Elisabetta I resterà al trono inglese per quasi mezzo secolo, giocando abilmente alla scacchiera del potere e contemporaneamente costruendo un’immagine gloriosa di sé come vergine e ‘madre’ del popolo d’Inghilterra. Ma gli esempi di regine amate dal popolo abbondano, da Caterina di Russia fino a Vittoria d’Inghilterra, più recentemente, e senza dimenticare l’imperatrice Maria Teresa d’Austria.

John Steinbeck torna nei luoghi di Vicolo Cannery per raccontare il mondo allegro di barboni, ubriachi e prostitute che anima le strade di Monterey, California, subito dopo la seconda guerra mondiale. La città saluta con euforia il ritorno del biologo Doc dal fronte, ma i suoi occhi hanno perso la leggerezza del passato, la sua generosità verso gli altri nasconde ora una tristezza da cui cerca di fuggire dedicandosi ai propri studi. Nel ritratto potente di una scanzonata provincia americana, Steinbeck intesse da maestro una vicenda universale, la ricerca della normalità dopo il trauma della guerra, la voglia di vivere “quel fantastico giovedì” in cui nulla di male può accadere. (Quel fantastico giovedì, Bompiani, pp. 336, euro 11)

Un ladro nella Manhattan dei primi del Novecento in cui la guerra tra bande regala ogni mattina un mucchio di cadaveri a Five Points sul fronte del porto e in luoghi insoliti come campanili, collegi femminili e magazzini di spezie.
Peter lavora in proprio, e perciò non interessa più di tanto alle forze dell’ordine sguinzagliate contro il grande crimine. Sta particolarmente a cuore, invece, ai Coda Corta, una dozzina di sgherri guidati dal feroce Pearly Soames. Pearly ha occhi lucidi e argentei simili a lame di rasoio e una cicatrice che gli solca il viso dall’angolo della bocca all’orecchio. È un criminale e, come tutti i criminali, vuole oro e argento, ma non per amore della ricchezza alla maniera di volgari rubagalline finché in una lussuosa dimora viene colpito da una ragazza intenta a suonare al pianoforte una struggente melodia. (Mark Helprin, Storia d’inverno, Neri Pozza, pp. 848, euro 18).

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