I grillini delusi: «I no di Casaleggio sono occasioni perse. Anche noi avremmo dovuto incontrare Renzi»

21 Gen 2014 12:50 - di Valeria Gelsi

La sensazione di essersi messi all’angolo da soli, la certezza di aver «perso un’occasione», la consapevolezza di aver assunto atteggiamenti impolitici. L’accordo sulla legge elettorale tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi ha aperto un fronte di riflessione interno al Movimento 5 stelle. Emerge,

con un certo carico di amarezza, dalle interviste rilasciate da due senatori a Repubblica e Avvenire di oggi. Tra i grillini restano forti le voci di chi “tutti a casa”, “tutti uguali”, “non si parla con un pregiudicato”, ma si fanno sentire anche quelle di chi ammette il rammarico per un movimento eterodiretto e schiavo di diktat che non solo sono imposti dall’alto, ma costringono all’immobilismo. Di spaccature e delusioni tra i grillini ne erano già venute a galla in quantità, ma forse mai su un tema e con argomenti così politici. «Renzi ha proposto tre modelli, gli è stato risposto di no sul blog. Poi Casaleggio ha ribadito i tre no. La considero un’occasione persa», ha detto Lorenzo Battista a Repubblica, aggiungendo che «ero entrato in Parlamento per favorire un cambiamento. Diciamo che mi sarei aspettato qualcosa di più». Il senatore 5 stelle, poi, ha ricordato le posizioni contraddittorie, estemporanee e pure ogni volta “definitive” fatte assumere al Movimento, commentandole con uno sconsolato «che vuole che le dica». «Appena entrati in Parlamento – ha spiegato – abbiamo detto “tutti a casa”. Poco dopo abbiamo votato la mozione di Giachetti per il Mattarellum. Poi abbiamo sostenuto che andava bene il Porcellum e che avremmo cambiato la legge solo dopo le prossime elezioni. Successivamente c’è stata la proposta di Toninelli, ora sul portale. Poi abbiamo sostenuto che si poteva votare con il modello uscito dalla sentenza della Consulta. E invece – ha commentato – sarebbe bastato rilanciare, mettendo Renzi con le spalle al muro». Sarebbe bastato fare politica, insomma. «Nessun partito può cambiare la legge da solo, bisogna discutere con gli altri. E visto che un dialogo è stato avviato, avremmo potuto avanzare le nostre proposte a Renzi. Facendoci semmai dire di no da lui, invece di pronunciare noi un no senza discutere», ha proseguito Battista, in sintonia con quanto detto dal suo collega Francesco Campanella ad Avvenire. «Basta con le sole denunce e gli irrigidimenti. Occorre ascoltare e discutere con gli altri partiti affinché il M5S non venga tagliato fuori dalla partita per la nuova legge elettorale», ha sostenuto Campanella. «L’obiettivo non può essere quello di far approvare dagli altri il testo di M5S. Non accadrà mai. Bisogna puntare a ottenere il massimo nella negoziazione per cercare di arrivare a una sintesi che ci soddisfi», ha aggiunto il senatore grillino, spiegando che «personalmente avrei incontrato Matteo Renzi. Per ascoltare le sue proposte e stanarlo. Diciamo – ha concluso – che attraverso un confronto con Renzi avremmo potuto restringere i suoi margini, senza lasciargli fare il mattatore».

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