I Forconi diventano “forconcini”. Pochissime persone hanno partecipato ai sit in di Torino, Genova e Roma
Un mese fa avevano bloccato città e ferrovie, erano finiti sulle prime pagine dei giornali ed erano stati guardati con simpatia (e a volte anche con ammirazione) dagli italiani non rassegnati all’immobilismo della classe dirigente. Ma oggi si può dire che il coordinamento 9 dicembre, da cui nacque la rivolta dei Forconi, non solo segna il passo ma non fa più notizia. I rivoltosi senza tessera di partito, ma accusati per avere ospitato tra le loro file movimenti di estrema destra, sono stati alla fine fagocitati dall’onnivoro sistema mediatico. Anche le divisioni interne non hanno giovato, così come la pausa forzata imposta dalle feste natalizie e i venti di crisi che fanno pensare a un imminente appuntamento elettorale, circostanza quest’ultima che rappresenta un’iniezione di movimentismo per tutte le forze politiche. Logico, allora, che i Forconi restino nell’ombra, in quelle retrovie dove viene relegata di solito la protesta solo urlata e non identificabile con un leader. Eppure Danilo Calvani, il più focoso tra i capi del Movimento, nel giorno di Santo Stefano aveva assicurato: “Noi non molleremo mai!”. Ma a mollare i Forconi è stata la gente, a quanto pare.
Il sit in odierno organizzato a Torino ha riunito solo poche persone. Davanti alla Prefettura, in piazza Castello, solo le forze dell’ordine e un gruppo folto di fotografi. Poche persone anche all’altro presidio davanti alla stazione di Porta Susa, dove era prevista una conferenza stampa di Rifondazione. Non è andata meglio a Genova: poche decine di persone hanno partecipato alla mobilitazione indetta per protestare contro il Governo e ricordare “le vittime della crisi”. Un corteo è partito dal presidio permanente di piazza Martinez verso la Prefettura. È aperto da lapidi che ricordano le persone “uccise” dalla crisi. “Siamo in pochi a causa della cattiva informazione – ha detto uno degli organizzatori – e perché a Genova abbiamo deciso di allontanare i violenti”. Qualche decina di manifestanti appartenenti al coordinamento 9 dicembre aveva manifestato invece ieri a Trieste. E a Roma? Nella Capitale, a piazza Santi Apostoli, il presidio dei Forconi ha riunito 50 persone. I manifestanti invocano le dimissioni del governo e il voto subito. Uno scenario che si fa sempre più concreto, e questo spiega la marginalità assunta ormai dalla protesta “forconista”.