Gli italiani tornano al cinema: ma il merito è soprattutto di Zalone (altro che Sorrentino…)
A dispetto della crisi. Al di là di ogni più rosea aspettativa. Malgrado l’imperversare di nuovi modi di fruizione dello spettacolo cinematografico – dai film on demand ai dvd, senza trascurare il ricorso a metodi pirateschi – gli italiani sono tornati al cinema: e dopo due annate nere per l’industria di celluloide di casa nostra, finalmente i dati Cinetel presentati ieri all’Anica, registrano l’agognata inversione di tendenza. A dispetto di tutto, dunque, l’Italia torna a vedere i film in prima visione in sala: una novità suffragata dalla verità matematica dei numeri, risultato del monitoraggio Cinetel che rileva il 90% del mercato, che chiude l’analisi dello sbigliettamento (97,4 milioni di ticket staccati) con il segno più: un primato che eleva al cubo il suo potenziale se confrontato con i risultati conseguiti da Francia, Germania e Gran Bretagna, che hanno registrato perdite quantificabili attorno al 5%; per non parlare della Spagna che ha totalizzato un default pari al 17%. Non solo: aumenta il numero dei biglietti venduti, e crescono gli spettatori nelle multisale da cinque schermi in su (con sommo gaudio di due grandi circuiti soprattutto: Uci, (multinazionale inglese), e The Space, (Benetton-Mediaset), che controllano una percentuale decisamente significativa del mercato (circa il 40%). Da sottolineare, infine, il vertiginoso calo del 3D, dai 12, 2 milioni di spettatori del 2012, sceso a quota 7 milioni: una debàcle non attribuibile al solo costo maggiorato del biglietto.
Fin qui, dunque, il mero calcolo e il raffronto in termini percentuali con le stagioni passate. Entrando però più nel merito critico del discorso, analizzando dati e titoli non si può non rilevare che risultano in crescita le produzioni nazionali (31,2% contro il 26,5% di un anno fa), e il numero di film distribuiti (453 a fronte dei 364 di dodici mesi fa). In testa all’elenco dei 100 film più visti, allora, neanche a dirlo troviamo sul gradino più alto del podio il fenomeno Zalone di Sole a catinelle, seguito dal cartoon americano Cattivissimo me, e dalla medaglia di bronzo conquistata da un altro titolo italiano, il Principe abusivo, di Alessandro Siani. E mentre Tornatore occupa un prestigioso decimo posto con La migliore offerta, al quattordicesimo si piazza Neri Parenti con Colpi di fortuna, e al diciottesimo Un fantastico viavai di Pieraccioni. Per l’applauditissimo La grande bellezza di Paolo Sorrentino, addirittura in odore di Oscar, solo un magro diciannovesimo posto.
Promossi dal pubblico, bocciati dalla critica, e viceversa: anche il resoconto numerico presentato ieri all’Anica conferma dunque l’insanabile dicotomia tra spettatori e giudici accademici, laddove i titoli promossi a pieni voti dalla stampa di settore vengono sonoramente snobbati in sala, e al contrario, i film che riscuotono successo popolare fanno storcere il naso agli integralisti della causa cinematografica. Comunque, come fino a ieri si è imparato a fare i conti con cine-panettoni e cine-cocomeri, adesso ci si dovrà rapportare sempre di più con Zalone ed epigoni. Il comico pugliese Re Mida degli incassi, ha azzerato ogni discorso, sbaragliando tutto e tutti con i suoi 52 milioni di euro totalizzati, (battendo persino i record del box office fissati dagli altri suoi due titoli precedenti), e con gli oltre otto milioni di spettatori riportati al cinema. Insomma, con il trionfo di Sole a catinelle la botte è piena, e la moglie ubriaca: non solo Zalone ha sbancato e rimpinguato le magre casse della nostra industria di celluloide, ma ha ridato smalto formale alla commedia, aggiornandone contenuti e forma, conquistando il favore popolare, e accarezzando addirittura il palato dei critici, e in ultimo, facendo addirittura lievitare la quota di mercato della produzione nazionale. Questo il bilancio da doppio più del cinema di casa nostra.