Dietro il fenomeno Violetta la macchina da guerra Disney (e non solo…)

4 Gen 2014 12:29 - di Priscilla Del Ninno

Orde di “V-lovers” stanno per invadere gli stadi d’Italia: ma non si tratta di un evento extraterrestre. E neppure di una frangia dissidente di grillini impossessatisi dell’ambìto logo V, che ha siglato diverse giornate di imprecazione “politica”. Quello con cui il Paese è alle prese è “semplicemente” il fenomeno Violetta, appena sbarcata da noi dall’altra parte del mondo, per otto attesissimi concerti italiani che hanno già fatto registrare il sold out, con biglietti alle stelle per il tour europeo.I proseliti dell’ultimo mito mediatico sono in fibrillazione: la loro beniamina attraverserà in lungo e largo l’Italia, protagonista di una tournée che nell’arco del mese la vedrà esibirsi sui palcoscenici di casa nostra, insieme al resto del cast della serie, da Torino a Catania, passando per Milano, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. È lei, del resto, l’ultimo idolo delle ragazzine targato Disney, interpretato dalla sedicenne Martina Stoessel, argentina di Buenos Aires: la star della telenovela attraverso cui le bambine, native digitali nella terra di mezzo tra infanzia e pubertà, tv e social network, sbirciano l’adolescenza. Una sorta di protagonista seriale del tempo delle mele versione secondo millennio, in grado di parlare un esperanto adolescenziale con cui arrivare al cuore di milioni di fans. Un’eroina tv come altre che l’hanno preceduta, dalle protagoniste di High School Musical alla più recente Hannah Montana, alle prese con amori acerbi e dorati sogni di gloria, in cui le tweenager di tutto il mondo possono riconoscersi.

Le sue canzoni sono diventate un mantra, (specie la sigla del serial En mi mundo, il suo successo più ascoltato e condiviso). Le sue gesta amorose sono il pane quotidiano di aspiranti innamorate. I suoi “drammi” televisivi il tema di un dibattito febbrile che, tra contatti e commenti, registra un numero record di fans, registrati in una community a lei intestata, con un dibattito aperto che tra video, contatti e commenti, può far invidia a forum e blog di capi di stato. E mentre lei canta, balla, studia, si innamora, si strugge e conquista la seconda stagione della serie, (nella fiction tv è un’aspirante cantante che frequenta una scuola di musica con il sogno nel cassetto, ampiamente realizzato nella vita reale, di diventare famosa), Disney Channel incassa ascolti da guiness, oltre naturalmente alle vendite stellari di cd e dvd, incrementando il trionfo di un merchandising che non conosce battute d’arresto, e che tra stickers, gadget, magliette e cappellini, libri, diari segreti e materiale scolastico, e ora addirittura una bambola che la ripropone in formato stile Barbie, rimpingua continuamente le casse della casa di Topolino. Una macchina del successo portentosa, quella messa in moto dalla Disney a sostegno della sua ultima eroina. Un gigantesco cavallo di Troia imprenditoriale, spinto anche dalla solita variabile impazzita e sociologicamente indecifrabile chiamata ad alimentare anche questo trionfo spettacolare. Come già sperimentato, del resto, con Miley Cyrus, alias Hannan Montana, la quale tra polemiche insistite e scandali ossessivamente ricercati, si vede comunque costretta ad abdicare all’ultimo epigono sulla scena, pur tenendo in mano lo scettro del divismo. A febbraio, allora, anche Miley sarà in giro per un tour mondiale e primeggerà sul palco di Milano, ma questa è un’altra storia…

 

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