Abusò di una bimba di 4 anni: ex operatrice dell’asilo condannata ad appena 3 anni e 4 mesi

28 Gen 2014 16:58 - di Valeria Gelsi

È stata riconosciuta colpevole di violenza sessuale su una bambina di quattro anni. Pena: 3 anni e 4 mesi. Praticamente meno di quanto viene comminato per una rissa tra ragazzi. Lascia più che perplessi la condanna inflitta a un’ex operatrice di una scuola materna comunale di Milano. E non è un caso isolato. Appena due settimane fa, il 15 gennaio, una donna di Pescara, che portava il proprio figlio di 5 anni al compagno sessantenne perché ne abusasse, ha ricevuto una condanna simile: tre anni e nove mesi. In questo caso il reato riconosciuto è stato quello di prostituzione minorile aggravata e come pene accessorie sono state comminate l’interdizione dai pubblici uffici per quattro anni e la sospensione della patria potestà per otto. Vale a dire che potenzialmente questa donna, che oggi ha 32 anni, potrebbe tornare a occuparsi del figlio quando è ancora un ragazzo. Risale invece ai primi di dicembre la notizia di una sentenza della Cassazione che ha rinviato all’Appello il caso di un uomo che era stato condannato a cinque anni, dopo essere stato trovato a letto, nudo, con una bambina di undici anni. Secondo i supremi giudici, quello era amore e quindi la condanna a cinque anni doveva essere rivista e poco importa che, oltre tutto, l’uomo avesse anche approfittato del suo ruolo: era un impiegato dei servizi sociali e la bambina proveniva da una famiglia disagiata. Alla condanna di oggi dell’ex operatrice dell’asilo milanese, invece, si arriva dopo una denuncia contro ignoti dei genitori della piccola che, nell’agosto del 2011, avevano notato disturbi nel sonno e nel comportamento. Secondo quanto accertato dalle indagini, la donna condannata, che all’epoca lavorava in segreteria e ora è in pensione, avrebbe commesso abusi sulla bimba in bagno e durante il suo sonnellino dopo pranzo. Ognuno di questi casi è, a suo modo, sconvolgente e getta un’ombra sulla magistratura italiana, anche alla luce dei 7 anni inflitti in primo grado a Silvio Berlusconi per il reato di prostituzione minorile per l’affaire Ruby Rubacuori. Non c’è dubbio che tutti i bambini e tutti i ragazzi debbano essere tutelati nel miglior modo e con il maggior rigore possibile, ma allora non ci si può non chiedere perché, a parità di reato contestato, la diciassettenne Karima, di cui ognuno potrà essersi fatto un’idea, valga una condanna a sette anni e quel bambino di Pescara di appena cinque anni, dato in pasto all’orco dalla mamma, ne valga una di soli tre anni e nove mesi.

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