A tu per tu con Adelmo Togliani. È Edgardo nella fiction di Pupi Avati “Il matrimonio”

8 Gen 2014 14:46 - di Gloria Sabatini

Lui è Edgardo, monarchico fervente, perché lo è sua madre e perché nel paese dove è nato (che non lascerà mai) sono tutti repubblicani. Chiuso nel recinto del suo bar, isolato per scelta e per indole, è uno dei personaggi (il cugino della protagonista interpretata da Micaela Ramazzotti) de Il matrimonio di Pupi Avati, la fiction in sei puntate trasmessa su  Rai 1 in prima serata (ultima puntata il 20 gennaio). Per la sua parte il regista bolognese ha scelto Adelmo Togliani, figlio d’arte, attore e regista, che conferma il suo talento.L’ultimo gioiello di Pupi Avati, che si ispira al suo cinquantennale legame con la moglie e alla vita dei suoi genitori, sta avendo una grande successo di pubblico e di stampa: seducono l’amore lungo mezzo secolo dei protagonisti, dal 1948 ai giorni nostri, e il ritmo della narrazione, lento come nello stile di Avati, ma efficace  e raro nel panorama televisivo delle fiction. «Finora abbiamo “vinto” con l’ascolto in tutte le tre serate», dice Togliani sottolineando la straordinaria esperienza di lavorare gomito a gomito con Pupi Avati. «È come tornare a scuola, ha un grande rapporto con i giovani e un’attenzione non tecnica, abitudine andata perduta. In genere tutti i registi si dimenticano degli attorti, perché il set è un casino, lui no; poi non usa il monitor perché preferisce “vedere” con i suoi occhi. Insomma gli attori acerbi hanno da imparare, quelli un po’ più esperti, come me, vengono “distrutti”». Pupi Avati “restituisce il favore” quando rivela che alla fine delle riprese «tutti gli attori si erano spersonalizzati ed erano divenuti miei parenti». Romano doc, Togliani, che spera un giorno di fare «una cosa su papà (Achille Togliani, ndr), quando è morto avevo appena iniziato a fare il regista, avevo 19 anni», si è cimentato con successo nel dialetto romagnolo e si è sottoposto a ore e ore di trucco dovendo interpretare Edgardo dall’età di vent’anni fino a settanta. «Me lo avevano sconsigliato tutti, ma io ho voluto tentare – racconta – e alla prima scena sono partito a recitare in dialetto… È andata bene, il fratello di Pupi, Antonio Avati, era convinto che fossi romagnolo. Mi sono allenato registrando sull’iphone la voce di mia madre che è romagnola». È stato difficile e straordinario rendere credibile nei gesti, nella voce, negli atteggiamenti una persona così anziana, confessa Adelmo vicino al suo personaggio per il carattere incline all’isolamento, «ma io non resterò single per tutta la vita…». Cast d’eccezione, grande gioco di squadra tra gli attori, «avevo già lavorato con quasi tutti», dice Togliani che ha diretto la Ramazzotti sul backstage per Max magazine, ha collaborato con Katia Ricciarelli, ed è grande amico di Flavio Parenti. Dopo la fatica di Edgardo, l’attore e regista a primavera comincerà le riprese de L’uomo volante con Bianca Guaccero, «è un progetto a cui tengo molto che affronta il tema dell’amore analogico, prima dell’amore virtuale fatto di messaggi telefonici». In questi giorni è in giro per l’Italia il suo spettacolo teatrale Più forte del destino con Antonella Ferrari.

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